Vorrei tanto essere come il mio amico e collega, si fa per dire, che ogni mattina riesce a scrivere un brodino sul futuro luminoso del presidente Renato Schifani e di tutta la sua meravigliosa squadra di governo. Vorrei avere la sua invincibile vocazione a pestare sempre la stessa acqua nel mortaio, a tranquillizzare i lettori col venticello caldo dell’adulazione, a macinare le parole della politica con la disinvoltura e il bianco candore di un sonnambulo. Ma non ci riesco. Perché in questa Regione basta alzare una pietra e ci ritrovi sotto i vermi. Alzi il sipario dell’Orchestra sinfonica e ci ritrovi il marcio di una gestione commissariale che ha portato la Fondazione a sbattere. Smuovi il pietrone della Sanità e ti tornano in mente le parole del profeta Isaia: “Dopo interminabili doglie abbiamo partorito soltanto vento”. No, i brodini no. Sono indigeribili.