Una settimana fa, in un’intervista a Repubblica, il nuovo segretario regionale della Lega, il senatore Stefano Candiani, ha messo le mani avanti: “Entriamo in giunta. Vogliamo l’assessorato all’Agricoltura”. A distanza di qualche giorno, però, non si è mosso quasi nulla. Colpa del Coronavirus, che ha portato Musumeci a battere altre strade, ma anche dei diktat interni alla maggioranza: Micciché e Forza Italia, che detengono la delega tanto desiderata dal Carroccio (l’assessore è Edy Bandiera), non sono disposti a fare sconti e, in caso di rimpasto, vogliono dare le carte (“Siamo il primo partito della coalizione e, al momento della scelta, abbiamo già rinunciato alla Sanità” ha spiegato il leader azzurro a Buttanissima). Così a Musumeci, per non esacerbare gli animi della maggioranza, resta una sola via d’uscita: offrire alla Lega l’assessorato ai Beni culturali, rimasto vacante da circa un anno (il 10 marzo ricorre il primo anniversario della scomparsa di Sebastiano Tusa). Il gruppo parlamentare di Salvini all’Ars, però, ha chiesto a Candiani di rispedire la proposta al mittente. In pole per un posto in giunta c’è Orazio Ragusa, attuale presidente della terza commissione Attività Produttive. La Lega vuole l’Agricoltura, non contempla un piano-B e questo potrebbe creare nuove tensioni col presidente della Regione. A meno che non si trovi un compromesso. Già, ma quale?