I bilanci della Regione Sicilia si confermano uno scrigno di (brutte) sorprese. Dalle ultime delibere pre-Ferragosto della giunta, infatti, si apprende di un nuovo disavanzo da 1,3 miliardi che rischia di pesare sulle prossime manovre finanziarie. Il debito, infatti, sarà spalmato in tre anni: rispettivamente 223 milioni nel 2018, 578 milioni nel 2020 e 560 milioni nel 2021. Pertanto bisognerà ricorrere a specifiche riduzioni di spesa, a partire dagli assestamenti di Bilancio da votare nel prossimo autunno. Secondo l’assessore all’Economia Gaetano Armao, il nuovo disavanzo dipende da “un’eredità pesantissima” relativa a “trent’anni di gestione. Con l’arrivo delle nuove norme di contabilità – ha spiegato il vice-governatore – la Regione ha avviato un percorso di pulizia dei conti che con la nostra azione è stato approfondito e definitivo. Oggi il bilancio della Regione è ripulito e allineato al decreto legislativo 118”. Secondo gli uffici, l’ennesimo buco sarebbe il risultato di un’operazione verità che ha eliminato tutte le voci fittizie di entrate e di spesa dal 1992 a oggi. “Se il passato non ci fosse stato – hanno spiegato i tecnici – la gestione del 2018 sarebbe stata positiva e virtuosa”. In attesa di conoscere l’entità dei tagli, i fari della Regione sono puntati su un altro verdetto, ossia il giudizio di parifica della Corte dei Conti che arriverà nelle prossime settimane.