Se i nervi sono saltati ai reverendissimi vescovi figurarsi che cosa non faranno tutti quei lavoratori, quei ristoratori e quei commercianti che dovranno aspettare la fine di giugno per vedere un raggio di luce, per sapere se avranno la forza e i soldi necessari per rialzare, dopo mesi di buio, la saracinesca. Ieri sera bastava vedere Conte per capire che siamo già dentro un tunnel pericoloso. Il presidente del Consiglio deve avere brutti presentimenti se ha sentito il dovere di rivolgere agli italiani un accorato appello perché non si lascino prendere la mano dalla rabbia e dal risentimento. Del resto, la situazione è già disperata e disperante, soprattutto qui in Sicilia: per il turismo non si vede uno spiraglio, trentatrè mila aziende chiedono aiuto, ma la Regione ancora non sa dire se i soldi messi in bilancio per aiutarle sono veri o inventati. Allegria.