A distanza di due settimane dall’insediamento del governo e a oltre due mesi dalla vittoria delle elezioni, oggi Renato Schifani arriva in aula, all’Ars, per le dichiarazioni programmatiche. Il governatore ha fatto leva su tre obiettivi già anticipati in campagna elettorale: lo sfoltimento delle liste d’attesa negli ospedali, il ripristino delle ex province con l’elezione diretta e la manovra finanziaria entro la fine dell’anno. Sul bilancio i margini sono effettivamente risicati e molto dipende dall’accordo che il governatore riuscirà a portare a casa dal tavolo col Mef, slittato alla prossima settimana. “I primi approcci con il governo sono stati estremamente costruttivi ed incoraggianti, ma ciò dovrà tuttavia spronarci a realizzare quelle riforme strategiche che da un lato rendano più efficiente la macchina burocratica e decisionale sulle autorizzazioni, dall’altro lato razionalizzino la spesa regionale cosi come ci viene richiesto dalla Corte dei Conti”, ha detto Schifani.

“Nonostante gli enormi sforzi compiuti – evidenzia il governatore – permangono ancora gravi problemi finanziari, aggravati dalla difficile situazione economica e sociale causata dagli ultimi anni di emergenza sanitaria, che richiedono l’avvio di un nuovo, serio confronto con lo Stato, per trovare definitive soluzioni ad alcune problematiche non più rinviabili, senza le quali, anche alla luce dei recenti atti istruttori della Corte dei Conti in sede di giudizio di parifica del Rendiconto 2020, diventa concreto il rischio di blocco dell’azione del Governo regionale. Confronto che è già stato avviato con il Ministro per l’Economia con l’obiettivo, innanzitutto, di richiedere il dovuto riconoscimento finanziario per la mancata attuazione dei commi 830, 831 e 832 dell’art. 1 della legge 296 del 2006, che è stata già oggetto di riconoscimento in sede tecnica nel confronto tenutasi tra i rappresentanti regionali e i rappresentanti ministeriali”.

“Infatti – ha detto Schifani -, nonostante la mancata attuazione di tali disposizioni, che prevedevano un accordo tra le parti per il completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione a fronte della corrispondente retrocessione delle accise, lo Stato, in assenza dell’accordo e senza alcuna compensazione, ha unilateralmente aumentato la quota di cofinanziamento regionale alla spesa sanitaria dal 42,5% al 49,11% con un maggiore onere annuo di oltre 600 milioni di euro. Complessivamente la Regione dal 2006 ha sostenuto un maggiore onere di circa 8 miliardi di euro. Inoltre, si ritiene che sia necessario affrontare anche la questione del contributo al risanamento della finanza pubblica che sottrae alla Regione entrate tributarie di propria spettanza per oltre 800 milioni di euro annui (a partire dal 2012 la Regione ha stornato allo Stato per il risanamento della finanza pubblica risorse per circa 9 miliardi di euro). Tali risorse potrebbero essere destinate ad incremento della spesa per investimenti. Sarà tra gli obiettivi prioritari del Governo regionale intervenire sin dall’inizio della legislatura per affrontare tutte le criticità strutturali rilevate negli atti istruttori della Corte dei Conti in sede di esame del Rendiconto 2020, evidenziando che talune di esse, mi riferisco soprattutto alla ricognizione straordinaria del patrimonio ed alla conseguente rideterminazione del suo corretto valore, necessari per la corretta tenuta della contabilità economico-patrimoniale, potranno essere definitivamente superate soltanto nel medio periodo”.

“La nuova sanità – ha detto Schifani – dovrà guardare senza riserve al privato convenzionato, sia ospedaliero che diagnostico, nella consapevolezza che la assistenza sanitaria costituisce una pubblica funzione, al di la del soggetto che la eroga, sia pubblico che privato. Occorre quindi abbattere ogni forma di pregiudizio, sapendo coniugare una leale sinergia tra due mondi che stanno dalla stessa parte: la salute del cittadino. Soltanto cosi potremo anche abbattere le inaccettabili liste di attesa cui sono sottoposti molti pazienti che chiedono ed hanno diritto ad una indagine strumentale e diagnostica immediata per la scelta della terapia. Occorrerà potenziare la medicina territoriale per evitare il pericoloso intasamento delle strutture ospedaliere, chiamate il più delle volte a prestazioni che avrebbero potuto essere evitate da un filtro di base”.

Sui rifiuti: “In Sicilia sono indispensabili due termovalorizzatori: uno nella parte occidentale e uno in quella orientale. Grazie alle nuove tecnologie avanzate, peraltro, si tratterebbe di impianti idonei a trasformare i rifiuti in energia, salvaguardando al contempo la collettività dal rischio inquinamento. Chiederemo al governo nazionale – ha annunciato Schifani – l’approvazione della cosiddetta “norma Gualtieri”, voluta per Roma, che consenta anche ai Sindaci delle due città metropolitane coinvolte, di avere poteri speciali idonei a sveltire le procedure. E’ vergognoso sperperare denaro pubblico per trasportare rifiuti all’estero. Un ulteriore sforzo andrà fatto per incrementare la raccolta differenziata soprattutto nelle città metropolitane rimaste ad una percentuale ancora poco soddisfacente”.

Un accenno anche alla gestione delle partecipate: “Premessa indispensabile è la chiara definizione di indirizzi strategici da parte del Governo per ciascuna di esse, per riportarle ad una sana gestione economica e renderle capaci di fornire adeguati servizi. Saranno pertanto rafforzate per tutte le società in house le modalità di collegamento tra le amministrazioni committenti ed i controllanti alla ricerca di una maggiore efficacia ed efficienza dei servizi offerti dalla società in questione. Pertanto sarà necessario nel breve periodo effettuare delle scelte che da una parte mirino a potenziare, anche in termini di nuove risorse umane, le società e gli Enti ritenuti essenziali per i quali sono possibili recuperi di efficienza ma si dovrà dismettere quelle per le quali non sussistono i presupposti giuridici o economici per il loro mantenimento”.