L’ex governatore Totò Cuffaro è tornato a palazzo dei Normanni. Era stato il presidente della commissione regionale Antimafia, Claudio Fava, a convocarlo in audizione. “E’ un lavoro di inchiesta su tuti i temi legati al ciclo dei rifiuti – aveva detto Fava –, dalla vicenda dei termovalorizzatori sino ai fatti più recenti. Vorremo approfondire diversi punti su una vicenda ampiamente ricostruita attraverso diversi pronunciamenti del Tar, del Cga, ma vorremmo capire dal suo punto di vista, che è quello privilegiato di un ex presidente della Regione siciliana, la ricostruzione di alcuni passaggi”. Cuffaro non si è fatto attendere: “Ho accettato di buon grado di essere ascoltato per due ragioni: per rispetto istituzionale e per chiarire alcuni punti su una vicenda su cui per tanto tempo ci sono dichiarazioni che non corrispondono alla verità. La vicenda del piano dei rifiuti è partita nel 2000 con il governo Capodicasa, quando fu dichiarata l’emergenza. Il nostro piano sui rifiuti del 12 dicembre del 2002 che prevedeva i termovalorizzatori e le gare fu approvato sia dal Governo nazionale sia dall’Europa. Lei avrà sentito molti altri venire qui e dire di aver fatto il Piano dei rifiuti – ha detto Cuffaro rivolgendosi al presidente della commissione –. Non esiste altro piano, l’unico in vigore è quello che abbiamo fatto noi e che non solo fu vidimato dal Governo, ma anche dall’Unione Europea, che espresse soddisfazione per qualità del piano”.