Quando non sanno come giustificare le loro sparate giacobine, quando non sanno a quale chiodo appendere la loro smania di protagonismo, allora si definiscono “partigiani della Costituzione”. E così dicendo fanno strame di ogni canone istituzionale. Ricordate Antonio Ingroia? Da magistrato titolare di inchieste delicatissime – a quel tempo era sobrio, potente e intoccabile – faceva comizi in piazza e partecipava ai raduni di Rifondazione comunista. E se qualcuno lo invitava a rientrare nei ranghi, rispondeva che agiva da “partigiano della Costituzione”. L’infelice espressione è riapparsa ieri sulla bocca di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, mentre si intestava l’ennesima guerra santa contro il truce Salvini e spregiudicatamente teorizzava la non applicazione di norme emesse dal governo centrale. Se questi sono i suoi partigiani, che Dio salvi la Costituzione.