“Far di tutto per arrivare alla piena vaccinazione dai 60 anni in su”. “Per i giovani”, invece, “non serve”. E’ la posizione di Matteo Salvini sui vaccini. Mentre il Paese sprofonda nell’incubo della variante Delta, e di una ripresa dei contagi sempre più consistente, il leader della Lega non si è ancora vaccinato (ha detto che lo farà a breve). Ma intanto lancia messaggi ondivaghi: “I dati dicono che l’85 per cento dei deceduti ha più di 70 anni. E sotto i 60, il tasso di mortalità è inferiore all’1 per cento. Va insomma completata l’opera egregia del generale Figliuolo, ma non se ne parla di imporre obblighi, specie ai più giovani. Dall’inizio della pandemia, i morti tra i 10 e i 29 anni sono stati 85, vale a dire lo 0,1 per cento”, spiega il segretario del Carroccio in un’intervista a Repubblica. “Mettiamo in sicurezza dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve – afferma -. Per di più, se vogliamo il Green Pass per tutti, al momento finiremmo a ottobre, facendo saltare la stagione e le vacanze. Sarebbe devastante. E inutile”. A proposito di Green Pass, fin dall’inizio la Lega non è mai stata d’accordo con eccessive restrizioni: “Per andare a San Siro, con 50 mila, o a concerti da 40 mila il Green Pass ha senso, ma sui treni pendolari no, per mangiare la pizza no – continua Salvini -. Mettiamo in sicurezza genitori e nonni senza punire nipoti e figli”.