Si arresta il disegno del governo sulla sanità. Ieri, a palazzo dei Normanni, la maggioranza è finita più volte al tappeto. E’ stato bocciato col voto segreto l’articolo del “collegato” relativo al Cefpas, il centro per la formazione permanente del personale medico, che prevedeva la sua sottrazione al controllo della Regione (qualche giorno fa Palazzo d’Orleans aveva stabilito che il Cefpas organizzasse dei corsi per inviare i medici nei pronto soccorso) e soprattutto l’abolizione dei tetti alle retribuzioni dei suoi dipendenti. In tema di assunzioni, è saltata la norma che puntava ad assumere medici esperti di cure palliative con almeno quattro anni di esperienza, a tempo determinato. L’articolo 33 è stato soppresso con 31 voti favorevoli. Mentre è stato stralciato l’articolo 26 che si occupava di “Servizi di emergenza e urgenza territoriale 118”, che prevede fra l’altro la riforma della Seus e la nascita di Areus sul modello lombardo. Un articolo che anche secondo il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, “contiene una riforma”, e la cui trattazione merita un approfondimento a parte. Tra le norme previste al suo interno, l’assunzione nel 118 regionale per coloro i quali avessero raggiunto i 18 mesi di anzianità; e la possibilità di ottenere questo requisito per aver prestato un’attività di lavoro non continuativa negli ultimi dieci anni (non solo in Seus, ma anche nell’assistenza territoriale o in altri servizi). Tutto cancellato (per ora).

Il pomeriggio è riassunto da una nota del deputato del Pd Anthony Barbagallo: “Abbiamo fermato una maggioranza di governo spregiudicata che tentava di mandare i medici neolaureati in ‘trincea’ sostituendo alla scuola di specializzazione in medicina generale, indispensabile per accedere ai posti Pronto soccorso, un corso di formazione Cefpas, da 600 ore. Per l’ennesima volta – ha continuato Barbagallo – il governo dimostra di non avere alcuna capacità organizzativa e inventa una procedura che puntava a sfruttare i giovani neolaureati come manodopera basso costo invece di pensare ad aumentare le borse di studio per le scuole di specializzazione, sbloccando l’imbuto formativo che non consente a migliaia di medici di poter continuare la formazione necessaria a coprire i vuoti d’organico della sanità”.