Schlein vuole fare la segretaria di un altro partito. Il partito del lavoro o qualcosa di simile. Di certo non il Pd com’è oggi, e tanto meno come lo hanno fondato nel 2007. Quello va archiviato, salvando ben poco. “Serve una cosa nuova”, dice Schlein ai tanti militanti che l’hanno raggiunta al Monk. Quartiere di Portonaccio, a due passi dalla stazione Tiburtina, fuori dalla Ztl e ritrovo della sinistra alternativa, tra capannoni e fabbriche in disuso, ma tutt’altro che popolare, dove una lattina d’acqua naturale costa 2 euro. Sui muri graffiti e scritte a caratteri cubitali. Una fresca fresca porta la A cerchiata degli anarchici. “Oggi come ieri figli della stessa rabbia”, a corredo di un manichino appeso. “Draghi”. Dietro l’angolo, a 100 metri, sono in fila i sostenitori più anziani di Elly. Cercano di registrarsi con qualche difficoltà al Qr code – molti imploreranno di farli entrare lo stesso – per prendere posto in una delle due larghe sale, già piene fino all’ultima sedia quando manca mezz’ora all’inizio. Continua sull’Huffington Post
Alfonso Raimo per Huffington Post
in Buttanissimi Extra
Schlein si candida: più che il Pd ha in mente una cosa di sinistra
elly schleinpartito democraticopd
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