Una richiesta d’indagine sull’iter che ha portato all’assegnazione della scorta al giornalista di Vittoria Paolo Borrometi, inoltrata da quattro deputati dell’Ars (tra cui Pippo Gennuso, che ha appena patteggiato un anno e due mesi per traffico d’influenze) ha sollevato un polverone. Tre deputati di Forza Italia hanno ritirato la firma in extremis, e la missiva, giunta in commissione Antimafia, è stata inoltrata per conoscenza alle procure di Ragusa, Siracusa e Catania. Ed è questo il passaggio che ha surriscaldato gli animi di Michele Giarrusso, senatore siciliano del Movimento 5 Stelle: “Il vile attacco portato a Paolo Borrometi per mascariarlo, infanga solo chi lo ha architettato – ha commentato il grillino – Ancor più grave è la posizione del Presidente della commissione antimafia regionale Fava, che ha subito dato seguito alla lettera di Gennuso, Genovese e soci, chiedendo a tre procure informazioni. Fava però avrebbe dovuto chiedere alle Procure notizie sugli estensori della infame lettera e sicuramente ne avrebbe avute di interessanti. Ne ha invece approfittato per usare il suo ufficio per colpire un valoroso collega”. Giarrusso, che è anche uno dei fondatori della Fondazione Caponnetto, trova dei punti di contatto tra la vicenda Borrometi e lo “sconsiderato attacco ad Antoci”, dicendo che Fava “adesso ci ritenta con Borrometi. Si dovrebbe dimettere subito e vergognarsi, ma siamo sicuri che non lo farà. Rimarrà al suo posto come nuovo idolo dei Gennuso, dei Genovese, dei Cuffaro”.