Credevo di essere l’unico giornalista a sentire puzza di bruciato. Poi ho letto il post di Antonio Fraschilla – cronista di Repubblica, oggi in forza all’Espresso – e mi sono sentito meno solo: “Ma con la tangente chiesta all’assessore al Turismo, come è finita? Non dovevano tremare la Palermo bene, nomi famosi dello spettacolo nazionale, politici importanti…”. Già. A giudicare dallo scoop di Livesicilia, sembrava che la denuncia di Manlio Messina, l’uomo di Fratelli d’Italia dentro la giunta Musumeci, stesse per sfociare in un terremoto dalle dimensioni catastrofiche. Invece, a sei mesi dai fatti, tutto tace: la procura marcia con i piedi di piombo, la presunta intermediaria è tranquilla al suo posto e l’assessore si gode gli effetti di una campagna mediatica che lo ha collocato, si fa per dire, nel piazzale degli eroi con una aureola di purezza e santità.