Per Schifani in FdI non c’è posto. Secondo il Fatto, che riporta la notizia, i vertici del partito della Meloni riterrebbero l’ex presidente del Senato una sorta di “cariatide della politica”, non più in grado di garantire un valore aggiunto: cioè, i voti. Un’altra espressione del berlusconismo, assai diversa da quella di Lucio Malan, che da qualche settimana è passata alla corte di Giorgia. Malan è uno che lavora a testa bassa, che studia i dossier, che propone soluzioni. Schifani, invece, sarebbe alla ricerca di un seggio in parlamento. Con il taglio che entrerà in vigore dalla prossima legislatura, e col logorio costante a cui è sottoposta Forza Italia, difficilmente potrebbe farcela. Inoltre il malcontento del senatore si estenderebbe fino alla Sicilia: qualche mese fa, spinto da alcuni esponenti di spicco del partito siciliano, avrebbe tentato l’assalto alla leadership di Miccichè proponendo un triumvirato che includeva anche l’europarlamentare Giuseppe Milazzo (che poi è passato a FdI). Tentativo non riuscito. Di recente, per dimostrare le sue buone intenzioni, era stato l’unico di FI a non votare per il nuovo Cda Rai, dove l’accordo fra Salvini e Berlusconi aveva tagliato fuori l’unico esponente della Meloni. Non è bastato.