Sarà il Marsala la prima avversaria del Palermo nel nuovo campionato di D. Si parte l’1 settembre. Il debutto casalingo della squadra di Pergolizzi, invece, è fissato per la domenica successiva contro il San Tommaso, formazione campana. E’ stata rinviata, invece, la prima gara ufficiale della stagione, prevista per domenica 18 agosto, contro il Biancavilla, nel turno preliminare di Coppa Italia. La Lega Dilettanti ha concesso qualche giorno in più alla formazione rosanero, tuttora in allestimento: si giocherà a settembre (il 4 o l’11). Il ritiro pre-campionato, nel frattempo, è iniziato ieri a Petralia Sottana, dove ad attendere il gruppo c’erano i nuovi vertici societari, fra cui Dario Mirri: “Amo Petralia per motivi familiari, mi sono sposato qui. Qui ci sono le radici che devono stare ben salde nel territorio, per questo ho desiderato che questa fosse la prima casa del Palermo!”. La squadra è stata accolta anche dal sindaco Orlando e da circa cinquecento tifosi. Un clima mai visto negli ultimi anni di purgatorio.

Il mercato dei rosanero è ben avviato, i dirigenti (fra cui il ds Castagnini, arrivato da pochi giorni) stanno facendo miracoli, ma non è facile convincere i giocatori importanti a scendere di categoria. E’ delle ultime ore il “no” di Andrea Caracciolo, l’Airone, già visto illuminare la Favorita dal 2005 al 2007. Mentre hanno accettato la sfida Mario Santana, che firmava per la prima volta coi rosanero tredici anni fa, e il difensore argentino (molto esperto) Hernan Dellafiore. Ma non si può costruire (soltanto) sulla base dei ricordi. Nelle categorie minori, è fondamentale l’acquisto dei giovani, che per regolamento in campo dovranno esserci sempre.

Non dal 18 agosto, evidentemente. Così la formazione del Biancavilla, fresca di promozione nel campionato di Eccellenza – vittoria sul Canicattì ai rigori nella finale playoff – dovrà attendere. Peccato. Sarebbe stato un confronto di stili e di blasone. Il presidente della società catanese, Salvatore Ventura, è un tipo vulcanico. Si era già spinto a immaginare l’invasione del “Barbera”: “Almeno mille tifosi andranno a Palermo, forse anche di più. Se la partita fosse a settembre saremmo almeno cinquemila” aveva azzardato in un’intervista.

Sarà così. Ma se le stime del presidente si rivelassero esatte, quel giorno la città che vanta 23 mila abitanti (fonte Wikipedia) rischierebbe davvero di spopolarsi. Per una partita di calcio che si gioca altrove. La squadra di Orazio Pidatella, il nuovo tecnico che ha firmato a inizio luglio al posto di mister Di Gaetano, avrebbe avuto i favori del pronostico: il suo precampionato è condito già da tre amichevoli (Aci Sant’Antonio e Calatabiano le ultime “vittime”) e colpi di mercato extralusso: l’argentino Amaya, un attaccante classe ’90; il ritorno del difensore Rodrigo Yaboua; e un under di lusso come Simone Guerci (così lo definisce il social media manager gialloblù su Facebook). Il Biancavilla, comunque, avrà la sua occasione. Nei prossimi giorni, infatti, verrà compilato il calendario del girone I e il Palermo, fra le numerose trasferte, si recherà anche allo stadio Orazio Raiti (la nuova tribuna coperta da 500 posti vale 150 mila euro), nella città metropolitana di Catania, per vedersela con i temibili gialloblù.

La trasferta più lunga per gli uomini di Pergolizzi, però, sarà a Ragusa. Ragusa città, of course. Ma contro la formazione rivierasca del Marina, al suo primo campionato fra i Dilettanti. Con lo stadio in fase di restauro ormai da 2-3 anni, i ragazzi di Salvatore Utro, dopo la classica passeggiatina sul lungomare al mattino, una domenica sì e una no si trasferiscono nell’impianto “Aldo Campo”, manto erboso così così, che in passato ha già ospitato i cugini del Ragusa in Serie C2. Lo stadio è grande e ha il suo perché. Una tribuna coperta, 4 mila posti di capienza. I tifosi ospiti – noi ve l’abbiamo detto – stipati in curva, senza seggiolini, e oltre la pista di atletica. Sotto il sole cocente non è il massimo della vita.

Il Marina è una bellissima realtà locale reduce da due promozioni di fila. Fino al campionato 2016-17 frequentava i quartieri bassi del girone D di Promozione (la terza serie dei Dilettanti), quello delle iblee, cambiava ripetutamente allenatore, non trovava mai la quadra. Pareggiava spesso 0-0. Un paio d’anni fa, con l’avvento di una dirigenza preparata e di un tecnico serio e competente, Salvatore Utro, ha messo le marce alte. Ha vinto due campionati, mettendo insieme calciatori del posto e innesti di qualità. I tre fratelli Arena – ma il più giovane, Alessandro, potrebbe rivolerlo il Catania dopo due anni di prestito – sono un pericolo per le difese avversarie. E’ la cenerentola delle siciliane, con una storia relativamente “fresca” (anno di fondazione 2003). Quando il Licata metteva piede in B – fine anni ’90 – a Marina il calcio lo guardavano in tv. Un anno d’abbonamento alla squadra rossoblu costa 120 euro, quanto in passato una partita al “Barbera”. In posti buoni, ovviamente.

Meno armoniosa la situazione del Troina, squadra dell’entroterra ennese, che sta combattendo in queste settimane con alcune problematiche di non poco conto. Prima fra tutte, il nuovo organigramma societario: Pietro Dell’Arte ha annunciato le dimissioni da presidente a causa dell’ingresso di nuovi soci non meglio identificati. Tipo “fantasmi”. I tifosi sono diffidenti e lo stadio, il “Silvio Proto” (un migliaio di posti, non di più), è alle prese con un restyling che porterà via tempo e denaro. Dovrebbero rifare il manto erboso, così la società – o quel che ne resta – potrebbe chiedere di disputare le gare casalinghe al “Raiti” di Biancavilla. A meno che non si decida di posticipare i lavori. Andare tutte le domeniche in trasferta, infatti, comporterebbe oneri aggiuntivi per il club, e nei Dilettanti coi soldi non si scherza. Ma soprattutto toglierebbe alla città, 9 mila abitanti, la possibilità di vedere il Palermo dal vivo. Il nuovo allenatore Marco Coppa vorrebbe evitare le distrazioni ai suoi ragazzi, ma il mercato è ancora da costruire e manca pochissimo al debutto. Il valore della rosa del Troina, secondo il famosissimo sito Transfermarkt, si aggira sulle 350 mila euro. Ma conta poco, giacché in Serie D nessuno compra da nessun altro, ma i calciatori vengono tesserati in regime di svincolo. O in prestito, se va male.

Biancavilla, Marina di Ragusa e Troina sono senz’altro le storie più accattivanti del girone I. Perché le altre – Acr Messina, Città di Messina, Licata, Marsala e Acireale – più o meno le conosciamo. L’Acr Messina ha raccolto l’eredità del Messina di Bortolo Mutti, che espugnò San Siro, il campo del Milan, con un guizzo di Giampà, ma che finora non è riuscito a riemergere dalle secche; il Licata ha vissuto anni di calcio champagne (con Zeman) e sogni infranti (dopo aver conosciuto il luccichio dorato della Serie B); Acireale e Marsala da tempo convivono nel limbo, dopo aver assaporato palcoscenici importanti. Il Città di Messina, invece, ha raccolto l’eredità del Camaro e gioca al “Celeste”, un impianto che trasuda storia ed emozioni. Ma il clima non è più lo stesso. E poi ci sono calabresi e campane, nove squadre in tutto, pronte a dare battaglia e garantire spettacolo.

Spettacolo che – speriamo – non rimarrà confinato ai campetti di periferia e a pochi, fortunati, avventori. Il Palermo sta cercando di contrattare i diritti televisivi – con l’ex arbitro Gianluca Paparesta, divenuto dirigente – per apparire su una qualche piattaforma (Dazn?) e non passare in sordina nell’anno della rinascita. “Buongiorno e benvenuti dallo stadio Raiti di Biancavilla”. Ci sembra di sentirlo il suono della telecronaca. Non fu mai così dolce.