Dopo mesi di silenzio, l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando è tornato alla ribalta con un’intervista sul Fatto quotidiano in cui analizza il momento del Pd (partito a cui è iscritto). Pur non avendolo frequentato granché negli ultimi anni, Orlando si sente in dovere di dire la propria. Partendo delle solite questioni: “Letta, Conte e ci metto anche Calenda, se sono contro la mafia e per i diritti: se, come credo, lo sono perché dividersi?”. Secondo Orlando, invece, lo spacchettamento dei progressisti porterà alla “tempesta perfetta”: “Faccio brutti pensieri: la destra becera si è compattata a partire da Palermo, col candidato Roberto Lagalla, ora sindaco, sostenuto da Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri. E ora lo è anche alle Politiche e alle Regionali con Renato Schifani”. Per questo l’ex sindaco punta lo stato maggiore del Pd e parla di “irresponsabile gestione del partito siciliano e anche a livello nazionale: già dal 26 settembre i vertici dovranno spiegare”. E ancora: “Stento a riconoscermi in questa gestione autolesionistica del Pd, non sono complice di questo errore; infatti, sono sparito per tre mesi sottraendomi al mercato delle candidature”.