Silvia accolta tra le polemiche

Italian cooperator, Silvia Romano (R), wearing a green tunic, is hugged by her mother Francesca Fumagalli upon her arrival at the Ciampino airport, Rome, Italy, 10 May 2020. Silvia Romano, who was kidnapped by gunmen from an orphanage in Kenya 18 months ago, has been freed, Italian Prime Minister Giuseppe Conte announced. ANSA/FABIO FRUSTACI

“Sono serena e durante il sequestro sono stata trattata sempre bene”. Inizia così il racconto del rapimento di Silvia Romano, che è tornata ieri in Italia dopo 18 mesi di prigionia in Kenya, presso gli estremisti di Al Shaabab. La giovane attivista, accolta in aeroporto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal capo della Farnesina, Luigi Di Maio, è subito stata interrogata dagli inquirenti dopo aver stretto in un tenero abbraccio i familiari: “Mi hanno assicurato che non sarei stata uccisa, e così è stato – ha detto la Romano, parlando dei suoi rapitori -. In questi mesi sono stata trasferita frequentemente e sempre in luoghi abitati e alla presenza degli stessi carcerieri”.

Quanto alla sua conversione all’Islam, Silvia ha raccontato che “è successo a metà prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata” definendo la sua conversione all’Islam “spontanea e non forzata. In questi mesi mi è stato messo a disposizione un Corano e grazie ai miei carcerieri ho imparato anche un po’ di arabo. Loro mi hanno spiegato le loro ragioni e la loro cultura. Il mio processo di riconversione è stato lento in questi mesi. Non c’è stato alcun matrimonio né relazione – ha raccontato ancora – solo rispetto. Mi sono spostata con più di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi – ha ricordato Romano – Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati”.

La giovane è scesa dalla scaletta dell’aereo con indosso una veste islamica verde, oltre alla mascherina anti-coronavirus. La cooperante è stata liberata in una zona non lontana dalla capitale della Somalia. La sua liberazione sarebbe costata 4 milioni di euro. La cifra ha già scatenato gli odiatori sui social.

Paolo Cesareo :

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