E’ tornato a parlare Raffaele Stancanelli, per molti candidato in pectore alla presidenza della Regione siciliana. La prima cosa messa in chiaro dall’europarlamentare di Fratelli d’Italia, indicato come uno dei nemici interni di Musumeci, è che “non esiste una mia autocandidatura, non mi interessa”, anche se “sarei ipocrita e bugiardo se dicessi che non mi fa piacere che qualcuno pensa a me come presidente della Regione. Sono sempre più convinto – spiega l’ex sindaco di Catania – che la classe dirigente del centrodestra, nell’accezione più ampia possibile, trovi una proposta di profilo alto che riesca ad unire tutte le sensibilità”.

Da qui partono una serie di frecciate al governatore. La prima riguarda i rapporti personali, venuti meno dopo il congresso di Diventerà Bellissima del 2019, in cui l’allora senatore aveva proposto a Musumeci e Razza una federazione col partito della Meloni: “La cosa che mi pesa di più dal punto di vista umano è che Musumeci, così come Razza, mi abbia tolto il saluto. Tenga conto che io ho sempre avuto rapporti umani e politici di rispetto e cordialità anche con gli avversari politici più acerrimi. Quando espressi questa tesi – ricorda Stancanelli – fui non soltanto semplicemente criticato, come sarebbe stato legittimo, ma insultato da Musumeci, freneticamente applaudito, osannato dai tanti che nel movimento adesso bramano lo stesso accordo…”.

All’ordine del giorno, infatti, è tornata quella proposta di federazione, più o meno nella stessa salsa. Stancanelli, che conserva un certo disagio a parlare del passato, prova a mantenere però la stessa linea: “Io sono coerente e non posso vedere con astio la stessa cosa che due anni fa proponevo. Ma adesso i rapporti di forza sono cambiati e ho il dovere di pensare al futuro del mio partito. Mettendo in guardia la Meloni e gli altri dirigenti”. In sostanza, “alle Regionali noi ci presenteremo con i nostri uscenti, ma anche con tanti amministratori locali, giovani e donne che credono nei valori e nei programmi del partito. Vale la pena far sì che le liste di FdI siano cannibalizzate dai deputati di Musumeci? È una scelta che va ponderata”.

Il mirino, nel corso della conversazione con Mario Barresi, si sposta di nuovo sul candidato: “Lasciamo fuori il presidente della Regione dai gossip e dalle polemiche e facciamogli finire il mandato. Anzi: aiutiamolo a lavorare, a fare meglio. Chi non vorrei mai come presidente? Chiunque riesca nell’impresa di farci perdere nonostante in Sicilia il centrodestra è di gran lunga maggioritario”. Ultima stoccata nei confronti di Manlio Messina, l’assessore al Turismo, che come riportato anche da Buttanissima avrebbe definito “carbonaro” l’approccio di Stancanelli nei confronti degli altri partiti del centrodestra. Qui la risposta dell’eurodeputato è di gran classe: “Mi rifiuto di pensare che il buon Manlio possa avermi attaccato così in mia assenza. Ci sarà stato un equivoco. Lo attribuisco al fatto che è risaputa la mia passione per la carbonara… Per il resto, con l’affetto di chi ha molti più anni di lui, consiglierei a Messina di investire il tempo dedicato ai social a letture sull’arte nobile della politica: Machiavelli, Guicciardini, Pareto, Mosca…”.