Ok, se ci mettevano Claudio Magris, o Salvatore Settis, o Alessandro Baricco (no, anzi lui no perché è amico di Renzi), o Paul Auster, o Nick Hornby, o Jonathan Franzen, o il mio amato Paco Ignacio Taibo II a fare il sottosegretario alla cultura era meglio. Ma i partiti questi nomi non li hanno messi nei pizzini passati a Supermario. E se li avessero messi poi bisognava vedere se questi qui andavano a fare i sottosegretari di Franceschini che ha vinto il ministero della cultura per concorso tanti anni fa e quindi è ministro a prescindere.

Oggi mi pare, girando per il web e i social, che la media dei frequentatori si aspettasse Rubbia alla ricerca scientifica e sono sorpresi e affranti per non averlo trovato nella lista.

Io capisco che la senatrice Lucia Borgonzoni – oggi crocefissa per quella storia che non leggeva un libro da tre anni (“adesso quattro”, cit. E. Colomasi) – non si sia impegnata in passato per darsi un allure intellettuale, ma non è che la storia del ministero dell’Istruzione abbia sempre avuto, fra ministri e sottosegretari, manipoli di premi Nobel. E non lo scopriamo stamattina che questo parlamento non vanta una compilation di curricula accademici da paura. Ma sono i nostri rappresentati, li abbiamo scelti noi (ognuno si vergogni per la sua parte). D’altro canto a Draghi qualcuno i voti a Montecitorio e Palazzo Madama glieli deve dare, almeno finché questo antiquato sistema rappresentativo inspiegabilmente vige… (io – mi pare d’averlo già scritto – sono per l’abolizione del suffragio universale e per il regime del principato illuminato, altrimenti anche il sorteggio si potrebbe valutare)… vige ancora nella nostra Repubblica. E quindi i nostri parlamentari, eletti in libere elezioni vanno a fare i sottosegretari.

Una cosa mi emoziona oggi: lo stupore per le persone designate.

Anche di quelli che avevano detto che il Governo Conte 2 (o il Conte 1) era il migliore del mondo, che è stato criminale fare la crisi, che mai più con Renzi, con Salvini, con Di Maio, con Berlusconi. Anche quelli che si sono già indignati la settimana scorsa per i ministri: con Pd e ultrasinistri-“speranzosi” perché hanno messo solo maschi poltronisti; con Forza Italia perché ha messo solo nani (ma Magic Johnson ha rifiutato l’incarico) e ballerine (che le femmine di Forza Italia si sa sono tutte…); con i Cinque Stelle perché hanno rimesso gli stessi che stavano col PD di Bibbiano e prima con Salvini che sequestrava i migranti a loro insaputa; con la Lega perché sono leghisti e quindi sono impresentabili a prescindere (escluso Vinciullonostro, ça va sans dire).

Compagni, amici, camerati vi invidio. Voi sapete già che tutti e 39 i sottosegretari faranno malafiura, anche quelli che erano nei governi che vi piacevano (Conte I o Conte II o entrambi) e la Bellanova perché c’è sempre, e Scalfarotto pure (che poi Renzi che li fece dimettere a fare se poi alla fine nel governo ci ha messo gli stessi tre), e la Castelli perché è quella di “questo lo dice lei” (e pensate se glielo dice a Draghi ora) e la senatrice Barbara Floridia che sta all’istruzione per continuità con la Azzolina che era ciurdiana (cit. L. Mignosa).

Ma soprattuto vi autta la Borgonzoni, anche lei sottosegretaria “ripetente” (era già ai Beni Culturali nel Conte I) che però, leggo sul Messaggero di oggi è “diplomata in belle arti” e quindi lei “crea” e guarda dipinti, sculture, cose artistiche, non legge i libri ma sempre cultura con la Q maiuscola è; perciò ha i titoli per fare quello che fa, è inutile che fate tante ammusioni.

“E’ la democrazia, bellezza”, direbbe il vecchio Bogart (al cinema, non in un libro).

Tratto dal blog Strummerleaks, di Toi Bianca