Il “cerchio magico” di Nello Musumeci, senza ritegno né pudore, ha deciso di prendersi l’Oasi di Troina. L’istituto d’eccellenza per i disabili mentali, fondato da padre Luigi Ferlauto, è legato in maniera indissolubile al Vaticano. A ribellarsi all’ “occupazione militare” da parte dell’assessore Razza e del movimento del governatore, come racconta un’inchiesta di Mario Barresi su ‘La Sicilia’, è stato un prete assai coraggioso: si tratta di Don Silvio Rotondo, presidente dell’Irccs. Il quale, dopo una visita al cardinale Pietro Parolin, segretario generale della Santa Sede, ha deciso di rimuovere con effetto immediato il direttore generale dell’Oasi, Claudio Volante. L’avvocato, consigliere comunale di Diventerà Bellissima a Palermo, è la punta dell’iceberg di un meccanismo scandaloso che si innesca il 31 gennaio 2020 con la firma di una convenzione fra l’Irccs e la Regione (con un finanziamento pubblico da 500 milioni in dieci anni) che prevede la possibilità per l’assessore alla Salute di decidere il direttore generale tra una rosa di cinque nomi presentata da don Rotondo. Dopo aver fatto dg Volante, che non sembra nemmeno possedere i requisiti richiamati nella convenzione (né l’esperienza quinquennale da manager, tanto meno l’iscrizione all’albo nazionale dei direttori generali), ne arrivano degli altri. Tutti, a quanto pare, per “ricompensare” Alessandro Aricò, della promessa (tradita) di avvicendarsi con Razza a piazza Ottavio Ziino, sede dell’assessorato alla Salute.

Musumeci non rinuncia al suo delfino neanche dopo l’inchiesta sui dati falsi Covid. Il prezzo da pagare è Troina. Alle dipendenze di Volante arriva mezza Diventerà Bellissima. Da Palermo. Il geometra Luca Seminerio, consigliere a Lercara Friddi, diventa capo segreteria (contratto da 31 mila euro l’anno); la segretaria è Francesca Uva, già collaboratrice dello studio legale di Volante, fra le più attive quando c’è da difendere Musumeci dagli attacchi sui social; il direttore amministrativo è Antonio Tumminello, ex sindaco di Castelbuono, dove oggi è consigliere comunale per una lista civica di destra. Stefano Mantioco, palermitano, che guida una Rsa a Licata, viene fatto dirigente di struttura a 45 mila euro l’anno, nonostante la laurea triennale dichiarata nel curriculum sia fittizia: “Gli manca un esame”, è la giustificazione adottata con Rotondo. Il prete, inoltre, assiste con sorpresa agli innumerevoli incarichi (a titolo gratuito) assegnati a imprenditori palermitani e consiglieri di circoscrizione; e con disgusto agli incarichi legali – quelli sì, lautamente retribuiti – nei confronti di altri palermitani che fanno parte del giro. Come se in provincia di Enna non ci fossero avvocati…