L’ha colpita l’addio di Zingaretti? “Sì, io credo abbia fatto un potentissimo atto di denuncia. È stato un modo per chiedere aiuto a chi è fuori dal Pd e per mettere con le spalle al muro i problemi interni”. Lo ha detto Mattia Santori, leader della Sardine, dalle colonne di Repubblica. Il movimento nato alla vigilia delle Regionali in Emilia Romagna, con immense manifestazioni di piazza, prova a riprendersi la scena. Commentando la crisi interna al Partito Democratico: “Io ho visto tre tipologie di Pd in questi anni – ha detto Santori -. La più bella è quella delle sezioni: un Pd commovente e appassionato. Poi salendo c’è il Pd in campagna elettorale, che non mi è piaciuto. Tanti selfie con le Sardine più per convenienza che per aprirsi davvero. E poi c’è il Pd del Nazareno, che ho visto sabato. Con una dirigenza incartata e totalmente incapace di produrre creatività e innovazione, perché solo impegnata nelle lotte di potere”. Negli ultimi mesi le Sardine hanno perso smalto fino a scomparire dalla scena politica nazionale: “Il problema vero è che il messaggio iniziale delle Sardine si è un po’ annacquato – ha spiegato ancora Santori – All’inizio avevamo solo la destra contro. Poi abbiamo cominciato a essere scomodi per i 5 Stelle quando abbiamo denunciato un certo modo di approcciare il referendum: come il taglio delle poltrone davanti a Palazzo Chigi, quella sì era politica spettacolo. Poi abbiamo attaccato il Pd quando ha cominciato a professare di stare in mezzo alla gente o di praticare l’ascolto, mentre non era vero. È logico che quando sei scomodo ti attaccano”.