Siamo una repubblica democratica fondata sui sondaggi. A meno di un mese dalle elezioni Politiche e Regionali (e ancora per un paio di settimane), il grande tema – che sa di fuffa – è quello delle rilevazioni demoscopiche. Ci sono i sondaggi ufficiali e quelli ‘interni’, o clandestini. Questi ultimi garantirebbero ai Cinque Stelle il primato in Sicilia: “Siamo il primo partito, lo dicono i sondaggi in nostro possesso e dobbiamo e possiamo ancora crescere”, ha spiegato Nuccio Di Paola, candidato alla presidenza per il M5s, annunciando “quattro incontri al giorno, da un capo all’altro della Sicilia, per cercare di crescere ancora e vincere questa battaglia”.

Le parole di Di Paola hanno un senso: Giuseppe Conte ha deciso di staccarsi dal resto della coalizione progressista non perché fosse davvero irritato dalla questione ‘impresentabili’ (che la Chinnici ha risolto ventiquattr’ore dopo il suo addio), ma perché era conscio che il Movimento avrebbe guadagnato qualche punto percentuale staccandosi dal Pd. Così sarà. Ma la Chinnici, senza il Movimento 5 Stelle, non potrà mai vincere. Lo spiega il sondaggio Tecnè per il Tg5, commissionato – però – da Rti. Cioè l’azienda di Berlusconi. Secondo questa rilevazione Schifani veleggia verso una vittoria a mani basse: l’ex presidente del Senato, che ha detto di non temere il voto disgiunto, vanta una forbice fra il 38 e il 42%, mentre la candidata di Pd e Centopassi si attesta fra il 27 e il 31. La rimonta, specie per una come la Chinnici che non sembra avere voglia di tuffarsi in campagna elettorale, appare impossibile.

Eppure, il sondaggio Tecné è molto distante dalle rilevazioni commissionate, qualche tempo fa, da Diventerà Bellissima a Euromedia Research: secondo l’istituto di Alessandra Ghisleri – che prima era la sondaggista ufficiale del Cav. – l’unico a poter battere il magistrato (in aspettativa) sarebbe stato il governatore uscente. E con una discreta forbice di vantaggio. Tutti gli altri – da Stancanelli alla Prestigiacomo – avrebbero finito per naufragare. Supponiamo che anche per Schifani (non citato dalla rilevazione) sarebbe stata la stessa cosa. Ma una cosa va detta: secondo altri sondaggi ‘interni’ circolati alla vigilia della rottura fra Pd e M5s, e utilizzati dai dem per sventare l’emorragia, la Chinnici era data in vantaggio sul centrodestra. Peccato che nessuno, a parte gli addetti ai lavori, abbia avuto la possibilità di visionare quei numeri.

Tornando alla rilevazione di Tecné, il sondaggio è stato preso di mira da Cateno De Luca, terzo in graduatoria (12-16%), perché a detta del candidato di Sicilia Vera si sarebbe trattato della “divulgazione di un dato privo di qualsiasi riscontro ed attendibilità, diffuso con il solo scopo di condizionare l’elettorato attivo”. Ma la rilevazione, con tutti i parametri richiesti dall’ex sindaco di Messina – compresi committente, acquirente, campione eccetera eccetera – è stata regolarmente pubblicata sul sito www.sondaggipoliticoelettorali.it nella giornata di ieri. Pertanto è valido (non che conti molto).

Anche a livello nazionale c’è sempre un sondaggio nuovo da analizzare. L’ultimo, realizzato da Euromedia per Porta a Porta, è stato un bagno di luce per il Terzo Polo, che ha celebrato sui social il sorpasso ai danni di Forza Italia: la federazione tra Renzi e Calenda si attesta al 7,4%. Secondo SWG, invece, resta alle spalle del partito di Berlusconi per un paio di decimali. Secondo Termometro politico, però, l’alleanza fra Azione e Italia Viva non andrebbe oltre il 4,8 per cento. Morale della favola: ognuno osserva che i sondaggi che più gli aggradano. Per questo risulta un giochino inutile. Specie se l’obiettivo è condizionare l’elettorato (sempre più stanco).