Le cronache descrivono, ogni giorno, lo sfascio di ospedali e pronto soccorsi, lo scandalo delle liste d’attesa e il calvario dei pazienti in cerca di una struttura privata che, a metà mese, non abbia già esaurito il budget. Ma la classe politica non si scompone. Tiene in sella un assessore fantasma e mantiene al vertice dell’Asp di Palermo una zarina che non riesce neppure a contabilizzare le prestazioni che risalgono a due, a tre o a quattro anni fa. Poi, all’improvviso, il governo della Regione individua una vittima sacrificale – come la dirigente dell’Ospedale dei Bambini – e si strappa le vesti. Ordina un’ispezione e la sventurata viene impiccata in fretta e furia all’albero della gogna da un manager che, manco a dirlo, è lo stesso che non ha saputo utilizzare finanziamenti per oltre duecento milioni. Una saldatura perfetta tra malasanità e malagiustizia.