A Joe e Kamala, il cui avvento sulla scena della storia salutiamo con gratitudine e speranza, adesso il compito di affrontare l’irrisolta e incancrenita ‘questione meridionale’ planetaria. Sappiamo bene come non ci siano risorse sufficienti per garantire a tutti i popoli del mondo il livello di vita degli europei occidentali e degli americani. Non parlo di risorse finanziarie, ma di risorse naturali, a cominciare dall’aria e dall’acqua. Se si mantiene l’attuale squilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri, non ci sarà blocco navale o terrestre che potrà arginare la marea migratoria; se si pianifica responsabilmente, con investimenti e risarcimenti ingentissimi, una progressiva inclusione dei popoli sofferenti all’interno di un’area di benessere e di sicurezza, il consumo e la polluzione dei paesi avanzati dovranno proporzionalmente decrescere, fino al raggiungimento di un equilibrio ecologico che consenta al pianeta di sostenerci tutti. Se si opta per la prima ipotesi, fatalmente il pianeta sarà sconvolto da uno stato di crescente infiammazione, con diffusi focolai di guerra, disordini, terrorismo, instabilità politica e sociale. La seconda ipotesi, dunque, quale che ne sia il costo in termini di rinunce e sacrifici per i cittadini del primo mondo, appare l’unica realisticamente percorribile ed eticamente accettabile.

(Articolo tratto da Facebook)