Che qualcosa vacilli nella maggioranza all’Ars ormai è risaputo. Ma l’onorevole Danilo Lo Giudice, che di mestiere è anche sindaco di Santa Teresa di Riva, nel Messinese, qualche giorno fa si è spinto oltre, arrivando a contestare l’operato dell’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao. Il quale, a distanza di due mesi dall’approvazione della Legge di Stabilità, non ha ancora presentato a Roma il piano con cui si impegna il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, a guida Provenzano, a concedere la riprogrammazione dei fondi extra-regionali e a sbloccare la spesa prevista in Finanziaria. Solo ieri la giunta ha approvato una prima delibera che prevede una rimodulazione dei fondi Poc e Fesr per 400 milioni. Sembra un complicato esercizio di politica economica, ma non è altro che l’ennesima perdita di tempo rispetto a una crisi – l’emergenza Covid – che avrebbe richiesto misure più tempestive. E non è ancora finita, secondo Lo Giudice: “Non voglio apparire catastrofista – spiega l’esponente dell’Udc, che sul tema ha convocato una conferenza stampa assieme al collega di partito Figuccia – ma secondo di me questa Finanziaria non si sblocca prima dell’autunno”.

Il governo, per bocca dell’assessore Armao, ha detto che ci siamo quasi. E che da venti giorni è in corso un’interlocuzione con Roma per risolvere la questione.

“E io ho detto che questo si chiama babbìu…”.

Si spieghi.

“Sulla Finanziaria abbiamo accelerato il percorso in aula per dare ai siciliani risposte in tempi rapidi. Sentirci dire, dopo oltre un mese e mezzo, che c’è un’interlocuzione in corso e che si sta provvedendo alla firma di un patto che solo ieri è stato esitato dalla giunta, per me si chiama babbìu. Guardi, noi non vogliamo sapere nemmeno chi sia il responsabile. Ma ci dicano, almeno, quanto tempo ci vorrà”.

La sua previsione sull’autunno è pessimistica. Su cosa si fonda?

“Sul fatto che ci sono ancora parecchi passaggi da consumare. La prima delibera di giunta, valida per 400 milioni più i 100 dell’assistenza alimentare, è stata approvata da poche ore. Adesso bisognerà mandarla alla presidenza del Consiglio dei Ministri e al dipartimento della Coesione, che dovrà stabilire se quello che è stato definito in Finanziaria va bene oppure no. Una volta valutato l’accordo, dovrà essere sottoscritto e da quel momento partirà la fase operativa, che vedrà impegnati i dipartimenti regionali nella pubblicazione di bandi e avvisi. Secondo me se ne parlerà dopo l’estate”.

Armao aveva assicurato che la prima tranche sarebbe stata da 600 milioni. In realtà sono meno.

“Avremo fatto un buon servizio solo nel momento in cui la Legge di Stabilità diventerà operativa. Allora sì che potremo dire “siamo stati bravi”. Diversamente è fuffa. Non è possibile, né pensabile che, ogni giorno, la gente continui a prenderci a pernacchie. E in questa fase non regge più la differenza tra maggioranza e opposizione, tra chi ha un ruolo esecutivo o legislativo”.

L’assessore, dopo la sua conferenza stampa con Figuccia, ha scritto una nota e dichiarato che se aveste ascoltato il suo intervento di martedì in aula o letto i giornali, avreste evitato questa perdita di tempo.

“Mi fa piacere che Armao legga più giornali di me, fa bene, ma evidentemente gli avanza più tempo del sottoscritto. Comunque l’assessore è confuso su più fronti. In quel comunicato fa riferimento a una mia presunta assenza in aula: cosa non vera perché io sono rimasto fino alla fine e ho ascoltato le sue dichiarazioni. Inoltre, nella nota si parla di “accordo firmato”: ma la realtà è diversa. L’unica cosa certa è che gli imprenditori, i lavoratori stagionali, gli operatori del turismo, che si aspettavano risposte dalla Finanziaria, non hanno ricevuto nulla”.

Quali sono le misure più urgenti contenute nella Legge di Stabilità che bisogna sbloccare?

“Intanto la seconda tranche dei fondi per l’assistenza alimentare, i 70 milioni di cui non si ha più notizia. Poi i 120 milioni a fondo perduto per le imprese: attivarli in modo celere significherebbe garantire il ristoro a quindici-ventimila aziende. Se questo dovesse avvenire in autunno, invece, molte di queste imprese non ci saranno più: quindi, non avremmo reso un servizio, ma contribuito a creare un danno. Un terzo elemento è dato dai 300 milioni del fondo perequativo per i comuni, che sono utili a evitare il default. Noi quest’anno non avremo la possibilità di incassare quasi nulla. E io, da sindaco, faccio fatica a sollecitare i miei concittadini a pagare le tasse, quando so bene che molti di loro pensano a cosa mettere a tavola. Il fondo di perequazione è una scialuppa di salvataggio”.

Sempre più spesso Armao e il governo regionale imputano a Roma la mancanza di risultati. Da circa due anni, ad esempio, è cominciato un negoziato al Ministero dell’Economia per il riconoscimento di alcune attuazione statutarie e della piena autonomia finanziaria. Ma può essere sempre colpa dello Stato?

“Il Ministro per il Sud ha dichiarato che la Sicilia è rimasta l’unica regione a non aver inviato un documento di riprogrammazione dei fondi extraregionali. Questo fa pensare… Io sostengo che a Roma non bisogna andare con il piattino in  mano, ma per far valere i nostri diritti. Che sono diritti, e non regali. Ma è chiaro, allo stesso tempo, che dobbiamo essere noi i primi, nel momento in cui puntiamo il dito contro Roma, a dimostrare di essere una Regione basata su tre principi: efficienza, efficacia ed economicità. Se non riusciamo ad attuarli, rischiamo una magra figura”.

A proposito di diritti: in aula è stata approvata una mozione sulla cosiddetta “fiscalità di vantaggio”. Un tema abusato che, a distanza di vent’anni, non ha portato a nulla.

“E’ come se un malato si trova in terapia intensiva, e noi pensiamo a dove portarlo in vacanza… Non ha molto senso parlarne oggi. La fiscalità di vantaggio e l’insularità sono temi importanti e delicati, ma ora ci sono altre priorità: cioè una situazione economica che è drammatica su tutti i fronti. Non appena saremo stati in grado di far ripartire la Sicilia, parleremo anche del resto”.

L’ultima conferenza stampa sulla rimodulazione delle risorse ha avuto due protagonisti: lei e Figuccia. Lo stesso Armao ha dichiarato di aver parlato col vostro capogruppo, Eleonora Lo Curto, e sostiene che da parte dell’Udc non c’è alcun problema. Che rapporto ha con il suo partito?

“La condivisione e collaborazione è massima con tutti. Non solo all’interno dell’Udc, ma anche con i colleghi della maggioranza e dell’opposizione. E’ chiaro che ognuno di noi può avere una propria visione, che necessita di essere espressa con azioni differenti. Se ad alcuni può bastare una semplice dichiarazione in aula da parte dell’assessore Armao, ad altri non basta. Da qui la necessità di presentare un’interrogazione e di indire una conferenza stampa. Dobbiamo avere l’onestà intellettuale di chiedere trasparenza e di dire le cose come stanno”.

Lei è anche il rappresentante di Sicilia Vera, il movimento di Cateno De Luca. Come accoglie l’apertura della Lega a tutte quelle formazioni di stampa sicilianista e indipendentista. Tra Salvini e De Luca c’è molta stima.

“Che ci siano state delle interlocuzioni fra di loro, e che si scambino dei messaggi, non è un mistero.  Ma noi al momento abbiamo una posizione molto chiara, che è l’unica e sola: cioè la difesa della Sicilia e dei siciliani. La prossima competizione elettorale è fra due anni, per cui non ci sono prospettive immediate. Benché anche all’interno del palazzo ci siano molti movimenti, noi restiamo concentrati sull’impegno amministrativo: sia alla Regione che nelle comunità locali. Ci sarà modo e tempo per affrontare le dinamiche politiche e prendere tutte le decisioni del caso”.