In Sicilia occorrono in media 5 anni e 4 mesi per completare una infrastruttura. “Oltre a un ciclo di realizzazione più lungo, la Sicilia si caratterizza anche per un’elevata quota di opere incompiute sul totale nazionale. In base ai dati pubblicati dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, un quarto delle opere incompiute censite a fine 2017 era localizzato in Sicilia”. E’ quanto emerge dal focus realizzato da Bankitalia e presentato ieri a Palermo.

Lo studio mette il cappello sul pesantissimo gap infrastrutturale dell’Isola rispetto al resto d’Italia. Nell’ultimo periodo tutti i nodi sono venuti al pettine. Dopo aver aperto una lentezza con l’Anas per la sua inefficienza, il governo Musumeci ha chiesto a Roma di commissariare dieci infrastrutture ferme da tempo immemore. C’è anche la Ragusa-Catania, che per la verità non è mai partita e solo nelle ultime settimane ha avuto l’ok del Cipe al progetto definitivo. “Come nel resto d’Italia – spiega ancora Bankitalia – la maggior parte delle opere riguardava il settore delle infrastrutture sociali. L’avanzamento finanziario delle opere incompiute, misurato dal rapporto tra l’importo dei lavori realizzati e il costo complessivo, era in media del 40,7 per cento in Sicilia, rispetto al 57,8 in Italia; in regione tuttavia la quota di opere dichiarate incompiute con un avanzamento superiore al 75 per cento era significativamente maggiore della media nazionale”.

In sostanza i tempi di realizzazione delle opere pubbliche in Sicilia risultano superiori di oltre il 60 per cento a quelli medi nazionali. Si scopre così che a parità di tipologia di intervento, settore, soggetto attuatore, fascia di costo e anno di decisione, nell’Isola i tempi di realizzazione e quelli di attraversamento tra una fase operativa e la successiva sono più lunghi rispettivamente di 16 e 8 mesi rispetto al resto del Paese. Alla fine del 2019, le opere approvate nel periodo 2011-19 risultavano concluse o in fase di conclusione in poco meno del 40% dei casi, in corso di esecuzione o in fase di progettazione, in entrambi i casi, nel 30% circa. Le opere concluse sono mediamente meno costose, meno recenti e più di frequente consistono in interventi di manutenzione.