La commissione in materia di contenimento della spesa ha approvato il testo Micciché-Cracolici sulla riduzione dei vitalizi agli ex parlamentari. Si tratta, in realtà, di un taglio light e lineare del 9%, da cui sono esclusi gli assegni di reversibilità per il “mancato rispetto dei principi costituzionali”, reso “ancora più stridente” visto che il beneficiario “è diverso dall’ordinario dante causa”. Serve adesso un passaggio a Sala d’Ercole, anche se basterebbe un recepimento da parte dell’Ufficio di presidenza dell’Ars. “Alla fine la farsa è servita – scrivono in una nota il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Francesco Cappello, e le deputate Foti e Marano -. La casta è riuscita a tutelare se stessa, approvando tagli dei vitalizi ridicoli e pure temporanei. E questo con la complicità di tutti i partiti, compreso quello di Musumeci. Lo spieghino ora ai siciliani, che finora non hanno visto un solo provvedimento a loro favore, né governativo né parlamentare. Oggi l’Ars ha scritto una delle peggiori pagine della sua storia”.

In caso di mancato taglio dei vitalizi, la Sicilia avrebbe dovuto rinunciare a una fetta congrua di trasferimenti statali (fino a 70 milioni). Nessuno ha voglia di perdere quei soldi, visto il quadro lancinante all’orizzonte (l’esercizio provvisorio). Così Musumeci è stato il primo a premere sull’acceleratore. Mentre Gianfranco Miccichè, che da anni si batte contro un’impostazione che lui stesso definisce “populista”, si è fatto convincere dal mini-taglio di Cracolici, arrivando a sfidare persino il movimento del governatore, che aveva depositato in commissione una proposta più “incisiva”, sul modello della Legge Fico: “Anziché tagliarli i vitalizi, sopprimiamoli. Così vediamo chi vince in demagogia” aveva affermato il massimo inquilino di palazzo dei Normanni.

La proposta Cracolici permetterà all’Assemblea – se va bene – di risparmiare 1 milione e mezzo l’anno, rispetto agli 8-9 milioni garantiti da un’applicazione pedissequa della Legge approvata da Camera e Senato (con alcuni assegni sforbiciati del 60%). Secondo i firmatari della proposta, un intervento in linea con quello delle altre Regioni non sarebbe stato possibile perché contrario ai “principi della proporzionalità, ragionevolezza ed uguaglianza” come sancito dalla Corte di Cassazione, che si è già espressa su alcuni ricorsi presentati da singoli deputati nazionali. Da qui il taglio light, per un “periodo di cinque anni dall’entrata in vigore della Legge”, tale da non ridurre i vitalizi a meno di “due volte il trattamento minimo dell’Inps” (circa 1000 euro). Una mossa contestata dai soliti grillini: “Il ddl truffa proposto da Pd e Forza Italia – dicono – è andato in porto con l’attenta regia di tutti i partiti. La norma è un’enorme presa in giro. Oltre a essere gli ultimi in italia ad operare il taglio, siamo riusciti anche ad essere anche i peggiori, visto che tutte le altre regioni hanno tagliato con percentuali molto più importanti, qui invece, si è proceduto con un taglio ridicolo di appena il 9 per cento e neanche definitivo, visto che sarà operativo solo per 5 anni, praticamente una beffa per i siciliani. Il testo votato – concludono Foti e Marano – tra l’atro – non ci mette al riparo dai tagli dei trasferimenti statali. Musumeci può dirsi soddisfatto, il suo governo finora non solo non è riuscito a cavare un ragno dal buco ma si è macchiato di una colpa indelebile che niente riuscirà mai a cancellare”.