Il caso della “sbruffoncella” tedesca finisce in tribunale. Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno, è stato iscritto nel registro degli indagati dopo la denuncia di Carola Rackete. La comandante della Sea Watch, che lo scorso giugno ha violato l’alt della Finanza e ha fatto ingresso al porto di Lampedusa con 47 migranti a bordo, aveva denunciato l’ex Capo del Viminale con l’accusa di diffamazione. Gli inquirenti romani hanno inviato gli atti a Milano, dove il segretario della Lega ha la sua residenza, per competenza territoriale. La comandante dell’imbarcazione era stata arrestata e poi scarcerata per ordine del gip di Agrigento. Nella denuncia, in cui si chiedeva il sequestro degli account social dell’ex vicepremier, erano riportati alcuni post dell’ex ministro e alcuni commenti di utenti contro la Rackete. L’indagine è affidata al pm Giancarla Serafini. La querela era stata depositata lo scorso 12 luglio alla Procura di Roma. I legali di Carola, oltre alla diffamazione, avevano ipotizzato anche il reato di istigazione a delinquere. Vengono contestate al ministro le “aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti”. Nella querela Carola cita le espressioni offensive: da “sbruffoncella” e “fuorilegge”, passando per “delinquente”, autrice di un atto “criminale”.