Lo posso affermare a mente fredda e dopo che non ho dormito per due notti. Quello a cui ho assistito in commissione bilancio mi ricorda alcune letture di Emilio Salgari. La divisione del bottino che i pirati si spartivano dopo l’assalto alle navi ed ai fortini nel Mare dei Caraibi. Solo che questa volta il tesoro si chiama Bilancio dello Stato ed i pirati non sono le tigri di Mompracem. I capi della ciurma incitano a stare calmi perché ce n’è per tutti ed in effetti è così. Chi si prende un finanziamento e chi un altro e tutti alla fine sono appagati perché si sentono anche bravi perché hanno portato a casa il proprio bottino di conquista che li farà apparire ‘eroi’ nei confronti dei loro elettori. Maggioranza e opposizione appagati con ripartizioni chirurgiche che contengono anche importanti interventi a salvaguardia del bene del Paese ma anche altri provvedimenti davvero imbarazzanti. Rifugi per cani randagi, fauna selvatica, tutela dei suini, vini di qualità, spese veterinarie, clinica termale, immancabili finanziamenti a bande, cori e musica jazz, parità di ogni genere, colonnine di ricarica per auto elettriche, finanziamento a federazioni sportive e perfino soldi per cambiare rubinetti e vasi in ceramica dei bagni.

E queste solo alcune delle voci perché altre sono davvero incredibili come ad esempio la tutela della filiera dei frutti da guscio o lo studio dei cadaveri, per non parlare del finanziamento dell’industria tessile del Biellese (ovviamente chiesto e ottenuto da chi è originario di quelle zone) o il bonus per gli occhiali (proposto ed ovviamente ottenuto da chi opera in quel settore). E tutto questo mentre 80.000 persone sono decedute senza un minimo di assistenza dignitosa perché il sistema sanitario non ha retto a questi numeri così elevati e sono dovuti “morire in privato” cioè senza un medico o un infermiere che potesse occuparsi di loro. Morti in solitudine e senza un minimo di dignità ed assistenza che dovrebbe essere riconosciuto ad ogni essere umano. Eppure il ministro Speranza ripete che bisogna investire nelle cure domiciliari e nella rete di cure palliative. Ho tentato di essere interprete della Sua voce in questo deserto parlamentare e per tutta risposta non ho ottenuto che un distratto ascolto ed un ipocrita impegno a fare di più in futuro.

Ma fare di più quando? Quando avremo altre questioni di cui occuparci e queste decisioni passeranno ancora una volta in secondo piano? Quando per una incombente crisi di governo saremo costretti a doverci occupare di altro? Ho compreso in questi giorni di lavoro in commissione che se non sei davvero dentro il sistema nessuno ti ascolta. Mi è stato chiesto dai ministri, presidenti, ed insomma quelli che contano, dove avrebbero potuto trovare i fondi per finanziare la mia proposta di incrementare le reti di cure palliative e domiciliari ed i farmaci oncologici. Quando ho risposto che li dovevano cercare tra i fondi con cui hanno finanziato tutto il resto, mi hanno guardato con sguardo beffardo e di compassione. Alcuni neanche hanno ascoltato. Ed io mi sono convinto che questa non può essere la politica che sta dalla parte dei cittadini. Quella con la P maiuscola in cui ho creduto quando ho deciso di lasciare il mio lavoro di medico. La politica che serve il cittadino e non lo usa per ottenerne il consenso. Maggioranza e opposizione allo stesso tavolo della spartizione, palesando talvolta metodi ricattatori o inalberando la bandiera dell’ostruzionismo per ottenere la parte pattuita.

E poi al termine si è votata la proposta che avrebbe consentito la coltivazione della canapa industriale anche in Italia. La scelta di votare questo tema per ultimo non è stata presa a caso perché ritenuta pericolosa e divisiva. E così è stato perché ha prevalso la logica retrograda e preconcetta di una classe politica priva di cultura ma rigogliosa di pregiudizi e falsi miti. Ancora confondendo la canapa industriale con quella per uso drogante. Hanno tagliato (respingendo la proposta) un mercato di migliaia di lavoratori che avrebbero potuto fare entrare nelle casse dello Stato quasi un miliardo di euro all’anno. Per produrre sigarette ed allucinogeni? Ma quando mai! La coltivazione della canapa serve a svariati usi: da quello farmacologico a quello alimentare al tessile e vedi caso per i malati terminali…. che possono essere trattati con derivati di questa pianta per il trattamento del dolore. Solo il gruppo del Movimento lo ha votato ed io mi sono sentito fiero di appartenervi.