Qualche mese fa, era febbraio, l’ex assessore al Lavoro e alla Formazione professionale del secondo governo Cuffaro, Santi Formica, rivendicava per la sua Sicilia un trattamento più adeguato rispetto alle risorse stanziate col Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza: “Un altro furto ai danni del Sud non sarebbe più tollerabile”, scrisse su Facebook. E’ una delle ultime ‘uscite’ del deputato di lungo corso, che dopo quattro legislature, all’alba della quinta, ha dovuto abbandonare la politica attiva a causa dell’esclusione dal parlamento siciliano. L’ultima cavalcata elettorale, infatti, si è conclusa con circa 6 mila preferenze: non abbastanza per fargli scattare un seggio. Qualche tempo dopo, assieme a Pogliese e soci, si staccherà da Forza Italia, il partito che l’aveva accolto dopo l’addio ad Alleanza Nazionale.

Formica non ha mai nascosto le simpatie di destra. Nel 2016, a margine di un dibattito su una tv locale messinese (l’ex deputato è di San Pier Niceto, comune di cui è stato sindaco), scontrandosi con un sindacalista rivendicò la propria appartenenza: “Io sono fascista”. Un suo intervento in aula, risalente alla scorsa legislatura, è tornato di moda nei mesi scorsi: si trattava di una difesa a oltranza del voto segreto. Un’anomalia tutta musumeciana, dato che Formica era il capogruppo della lista Musumeci. Quello che – una volta diventato presidente della Regione – chiede un giorno sì e l’altro pure, attraverso una modifica del regolamento, l’abolizione della pratica che ha generato mostri e franchi tiratori (specie negli ultimi due anni). La maggioranza non è ancora riuscita ad accontentarlo.

La presenza di Formica sulla scena politica è stata fiaccata da un’inchiesta della Corte dei Conti, che dopo il secondo grado di giudizio ha dichiarato aggredibili i suoi ‘beni’. L’ex assessore, assieme ad alcuni suoi omologhi (dall’ex An Carmelo Incardona, passando per Luigi Gentile), è stato condannato per aver provocato un danno all’erario a causa dei fondi extrabudget assegnati ad alcuni enti della Formazione. I giudici contabili, nel 2017, gli presentarono un conto da 389 mila euro. Si dice che lo stesso Formica, fiutando il pericolo, avesse creato un fondo in un paradiso fiscale per proteggere le sue proprietà. L’affrancamento della politica dell’ex assessore – probabilmente – è arrivato nel febbraio 2018, quando nelle liste di Forza Italia per la Camera dei Deputati, venne candidata la figlia Elisabetta (che però non fu eletta).

 

PUNTATA 1 – FRANCESCO CASCIO

PUNTATA 2 – GIOVANNI ARDIZZONE