L’operazione Attiva Sicilia è naufragata. Gli stampellisti di Ruggero Razza e Nello Musumeci, aggregati a metà legislatura per rendere più facile la vita del governo in un’Ars completamente balcanizzata, non supera la prova delle urne. La prova degli ex grillini, passati alle corte di Giorgia Meloni, si rivela un tonfo: a partire da Elena Pagana, che nel collegio di Enna incassa un quarto delle preferenze utili all’elezione. La moglie dell’assessore alla Salute conquista 1.600 preferenze, mentre ne sarebbero servite poco più di 7 mila per superare Luisa Lantieri (Fi) che approda in parlamento assieme al sindaco di Troina, Fabio Venezia (Pd). Male, malissimo anche gli altri: Matteo Mangiacavallo, ad Agrigento, è il penultimo della lista di Fratelli d’Italia con 498 preferenze (mancano ancora sei sezioni). Angela Foti, vicepresidente uscente dell’Ars, a Catania si ferma a 1.035; anche Sergio Tancredi, nel Trapanese, si conferma un flop con 619 voti.

Tutti insieme non fanno un’unghia di Edy Tamajo, che si aggiudica lo scettro di Mr. Preferenze dell’Ars. Il parlamentare di Mondello, alla prima apparizione ufficiale con Forza Italia, strappa il nuovo record in provincia di Palermo: 21.400 con sei sezioni in sospeso. Battuto il deputato etneo Luca Sammartino (Lega-Prima l’Italia) che in provincia di Catania si ferma a 20.931. Sono loro i più votati di questa tornata elettorale, dove Sammartino – ora in maggioranza – potrà far valere i suoi numeri per pretendere una casella nella giunta Schifani.

Forza Italia, a Palermo, elegge Gaspare Vitrano e Gianfranco Micciché. Primo degli esclusi Ciccio Cascio, che rientrerà se Miccichè dovesse propendere per il Senato (non è escluso). In Fratelli d’Italia ottimo risultato per Alessandro Aricò, assessore uscente alla Formazione professionale, che supera le 11 mila preferenze; ma ci sarà spazio anche per il segretario particolare di Musumeci, Marco Intravaia (vicino alle 10 mila) e per Fabrizio Ferrara. La Lega elegge Figuccia con circa 7 mila preferenze. Esclusa Marianna Caronia, che rientrerà con il listino. Bene anche Nuccia Albano, in quota DC. Mentre sono già certi dell’elezione i grillini Adriano Varrica (già al parlamento nazionale) e il termitano Luigi Sunseri, già visto in commissione Bilancio. Ottima performance dell’ex iena Ismaele La Vardera, candidato con De Luca: le 6 mila 700 preferenze gli garantiranno un seggio. Bocciato, invece, l’ex Lega e M5s, Igor Gelarda. Nel Pd boom di Valentina Chinnici (quasi 8 mila voti), che precede Antonello Cracolici.

Nel Catanese, oltre alla performance di Sammartino, da segnalare l’elezione del segretario del Pd Anthony Barbagallo (assieme all’ex deputato Giovanni Burtone, oggi sindaco di Militello) e la conferma dell’assessore uscente alle Infrastrutture, Marco Falcone, con oltre 12 mila preferenze. Certo del seggio il ‘compare’ di Tamajo, Nicola D’Agostino, che sfiora le 10 mila. Gaetano Galvagno, patriota della prima ora, guida la lista di Fratelli d’Italia, mentre torna all’Ars la famiglia Lombardo: Giuseppe, nipote di Raffaele, rimedia oltre 14 mila voti, ma essendo già inserito nel listino del presidente, farà scorrere la lista dei Popolari e Autonomisti (il primo avente diritto è Giuseppe Castiglione, presidente del Consiglio comunale di Catania).

Il più votato a Trapani è Mimmo Turano con oltre settemila preferenze (resta fuori l’ex capogruppo dell’Udc, Eleonora Lo Curto), mentre nel derby forzista Stefano Pellegrino ha la meglio su Tony Scilla, assessore uscente all’Agricoltura. A Messina sfonda il tetto delle diecimila schede il forzista Tommaso Calderone (eletto anche alla Camera: libera il posto per l’ex assessore Bernardette Grasso). Pino Galluzzo, musumeciano doc, si spinge a quasi 9 mila preferenze. Anche Luigi Genovese, affiliato agli Autonomisti di Lombardo, ottiene il seggio. Spoglio indietro a Siracusa, ma Edy Bandiera è già certo dell’esclusione: passa il tagliando Riccardo Gennuso (FI), mentre non ottiene seggi la Lega. A Ragusa ci sono già i quattro deputati eletti: il primo è l’ex sindaco di Modica, Ignazio Abbate, che prende oltre 12 mila voti e spinge la Dc al 47% nella sua città. Le tre riconferme sono Nello Dipasquale (Pd), Giorgio Assenza (FdI) e Stefania Campo (M5s).

Ad Agrigento è stata rieletta Giusy Savarino. Il più votato in provincia è Carmelo Pullara, ma l’ex direttore del Civico di Palermo non andrà all’Ars perché alla Lega – come altrove – non scatta il seggio. Conferma per l’autonomista Roberto Di Mauro. Dentro l’ex sindaco di Ribera Carmelo Pace, della DC. A Caltanissetta grande performance di Michele Mancuso (FI) con oltre 8 mila preferenze, scatta il seggio anche a Nuccio Di Paola, quarto fra i candidati a Palazzo d’Orleans.

Ma il flop più autentico di questa tornata elettorale è Gaetano Armao. Da candidato alla presidenza della Regione il vicegovernatore uscente si è fermato intorno al 2%. Ma, nel suo piccolo, non è riuscito a ottenere nemmeno il primato nella lista del Terzo polo a Palermo, dove – con sei sezioni rimaste da scrutinare – è addirittura quarto alle spalle di Leonardo Canto, Francesco Bertolino e Manfredi Mercadante. Con appena 1.265 preferenze. L’uomo senza voti restò nudo.