Due dirigenti del Comune di Agrigento citati in giudizio per aver utilizzato buona parte di un finanziamento del decreto “Aiuti” Covid, destinato all’organizzazione di centri estivi e servizi socio-educativi, per acquistare quattro Suv, “apparentemente destinati a un’iniziativa ricreativa irrisoria sia sotto il profilo della durata (neanche due ore) sia per la platea dei minori coinvolti”. Lo scrive il procuratore della Corte dei Conti siciliana, Pino Zingale, nella relazione presentata qualche giorno fa all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Ai due dirigenti è contestato un danno erariale da 120 mila euro.

Ma sono numerosi gli scandali legati alla pubblica amministrazione, come riportato questa mattina da Repubblica: tra gli episodi di mala gestio spicca quello dell’ex direttore generale dell’Arpa, Francesco Licata di Baucina, citato in giudizio per 98 mila euro per aver assunto nuovo personale nonostante il blocco delle assunzioni. Mentre, sempre ad Agrigento, vengono contestate delle indennità di risultato illegittime per 425 mila euro a presidente, membri della giunta, direttore generale e commissari straordinari che si sono succeduti ai vertici del Libero consorzio. Poi c’è il capitolo degli amministratori “smemorati”: a diversi dirigenti della Regione la Corte dei Conti contesta di non avere riscosso sanzioni amministrative per 540 mila euro andate in prescrizione. Sul banco degli imputati sono finiti pure i vertici del Consorzio di bonifica per la Sicilia orientale, che hanno “dimenticato” di riscuotere contributi consortili per 614 mila euro.

Per il caso Irsap, l’ente regionale di credito per le imprese, la procura contabile ha chiamato a dedurre sia l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta che l’allora assessore alle Attività produttive Mimmo Turano, per aver favorito l’erogazione di 1,3 milioni di contributi per costi di servizi e infrastrutture che invece dovevano essere a carico delle imprese. Eclatante anche la storia dei compensi illegittimi per presidente e consiglieri di amministrazione dell’ospedale Giglio di Cefalù, che ha portato alla condanna al pagamento di 381mila euro di ben tre ex assessori alla Salute, Lucia Borsellino, Baldo Gucciardi e Ruggero Razza, e due dirigenti generali, Salvatore Sammartano e Mario La Rocca.

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