Guarda Palermo come solo certi figli sanno fare. E per lui Palermo non è solo la terra di Gattopardi, piritolli e quaquaraquà. Palermo, la Palermo di Marco Giammona, è una città esplosiva nel senso più futurista del tempo. Una città che il mondo, adesso, vuole conoscere e raccontare, apprezzare e fotografare, vedere. Perché Palermo è l’unica città al mondo dove il sole sorge sempre due volte. Una volta quando arrivi e un’altra volta quando vai via. Da turista ma anche da cittadino, ti senti protagonista di quell’alba che scalda anche se è inverno.

L’ingegnere Marco Giammona

Mosso dal cuore oltre ogni ragionevole ostacolo, così, l’ingegnere Marco Giammona s’intesta la rinascita dell’Hotel Sole, nel cuore di Palermo. Chiuso da quasi un decennio, la struttura alberghiera a pochi passi dai Quattro Canti di città riaprirà dal prossimo 14 luglio. “Passando dalla via Vittorio Emanuele riuscivo a vedere tutta la sofferenza di una struttura chiusura da anni – spiega -. Serviva un investitore. E l’ho trovato. Questa riapertura dà una marcia in più al centro storico, riaccende i riflettori su Palermo, mai spenti dopo l’onda Manifesta. Palermo meritava questo, ma anche molto altro di più”.

Acquisito dalla B&B Hotels Italia, la catena internazionale di “budget hotel” – ovvero alberghi lussuosi a prezzi accessibili – con oltre 450 strutture tra Francia, Germania, Spagna, eccetera, e Italia (il primo fra tutti ha aperto a Firenze nel 2010, ma ancora non ce n’era uno in Sicilia), l’Hotel Sole riapre i battenti dopo quasi due lustri di oblio. I protagonisti tecnici di questa piccola rivoluzione copernicana delle strutture alberghiere palermitane sono appunto, Giammona, già noto in città per aver curato le riaperture di alcuni dei più prestigiosi palazzi storici, e Baldo Battaglia, che da interior designer ha dato gusto e un’impronta giovane alle 115 stanze.

Palazzo Sambuca, Palazzo Butera, Palazzo Moncada, Hotel Sole e tanta altra carne al fuoco ancora top secret per l’ingegner Giammona che, forte di un curriculum che lo vede da un trentennio nella scena dello sviluppo del centro storico di Palermo, prova proprio dal centro storico a raggiungere traguardi internazionali. “Valorizzare e ottimizzare quello che la storia di questa città ci offre per tenerci lontani da una necrosi del tessuto urbano è necessario non solo per i turisti, ma prima di tutto per noi – prosegue -. Immaginare che dei giovanissimi pensionati come i Valsecchi abbiano scelto Palermo e Palazzo Butera per portarci delle collezioni di rilievi internazionale deve lusingarci”.

“Peggy Guggenheim sta a Venezia come Massimo Valsecchi sta a Palermo” azzarda Giammona. Secondo l’ingegnere, infatti, sta proprio anche nell’operazione del grande mecenate che ha acquistato Palazzo Butera il seme della rinascita. “Questi investimenti, così come quello della B&B Hotels Italia, fanno sì che cambi la percezione della città nel mondo. Oggi un marchio giovane nel mondo sceglie di venire a Palermo. Domani chi lo sa. Questo è il primo esempio di quello che è successo dopo Manifesta. Tutto il mondo ha cominciato a vederci come detentori di un patrimonio storico e culturale ineguagliabile, non più come piccoli e mafiosi. Siamo i custodi della storia millenaria, siamo i protagonisti di un fenomeno che non può essere ignorato”. Come il sole che, a Palermo, sorge sempre due volte.