Nessuno ha ancora raccolto le ultime volontà (politiche s’intende) dell’ex sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che circa un mese fa, e per l’ennesima volta, dichiarava di essere disposto a candidarsi alle Europee. Da tempo si vocifera di Giuseppe Lupo, uscito rinfrancato (e intonso) dall’accusa di corruzione che gli era costato il seggio all’Ars, per volontà di Caterina Chinnici, già candidata governatrice in quota dem. Nel Pd l’unico ad avere la strada spianata verso una riconferma a Bruxelles sembra l’ex medico di Lampedusa, Pietro Bartolo. Degli altri non v’è traccia.

Neppure la segretaria nazionale Elly Schlein ha deciso cosa fare da grande, anche se l’unico obiettivo, a sinistra, è trovare un portabandiera: la stessa Schlein, se ve ne fosse il bisogno. Sembra definitivamente sfumata, invece, la pista Ilaria Salis, che le ultime cronache segnalavano come papabile capolista proprio nella circoscrizione Sicilia-Sardegna. La maestra, reclusa da 13 mesi in Ungheria con l’accusa di lesioni, antifascista e anarchica, è originaria di Monza. “Questa ipotesi non è in campo – ha detto la segretaria da Bruno Vespa – Non c’è in corso nessuna trattativa. Ho voluto incontrare il padre di Salis per discutere come possiamo aiutare a toglierla dalla condizione in cui si trova. Nel dibattito sul totonomi terrei fuori una situazione delicata come questa”.

Sotto la gestione di Elly, però, non si è ancora individuato un paladino dell’antimafia da mandare a Bruxelles. Gravissimo. La segretaria si è persa Caterina Chinnici, prodigioso europarlamentare in carica, che circa un anno fa – per colpa di certi “valori” – ha abbracciato la causa garantista di Forza Italia, sbattendo i tacchi. Leoluca Orlando, prima di entrare nel suo personaggio (da cui non è più uscito, almeno nelle ultime due legislature da sindaco), aveva affrontato la mafia a mani nude. Evidentemente non nutre molto appeal tra i vertici del Nazareno. Il 9 febbraio, intervistato da Repubblica, ammise di aver dato la propria disponibilità “sia alla segretaria che al presidente del partito. Nel frattempo – ha continuato – continuo la mia vita e aspetto di conoscere le ragioni del sì o del no. Credo di poter dare il mio contributo nel rappresentare il collegio Isole sui temi della pace, delle migrazioni, della transizione ecologica”. Da quel giorno, però, il telefono è muto.

Eppure in Europa non serve la pratica della buona amministrazione, bensì una sorta di sensibilità culturale che il sindaco Orlando possiede a pieno titolo. E’ anche un fine scrittore ed ‘Enigma Palermo’ è l’ultimo libro col quale sta provando a rispolverare la sua immagine un po’ ingiallita. Detto questo, non è in cima alla lista dei desideri di Schlein. Come non lo è Rosario Crocetta, già eurodeputato dal 2009 al 2012, la cui autocandidatura con Azione – così dicono alcuni bene informati – sarebbe soltanto una suggestione. Il partito di Calenda schiera ai nastri di partenza Sonia Alfano, e tanto basta. Per tornare al Pd, rimane in pista Giuseppe Lupo, che la Chinnici bocciò alla vigilia delle Regionali ritenendolo un “impresentabile” (aveva solo un processo in corso). Non dovrebbe riguardare la Sicilia – ma chissà – l’ipotesi Marco Tarquinio, ex direttore dell’Avvenire.

La Schlein si è già persa per strada Giuseppe Antoci, l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, ideatore di un protocollo (adottato a livello europeo) contro la mafia dei pascoli, che invece sarà la punta di diamante di Giuseppe Conte. Sovvertendo, per di più, tutte le regole del Movimento 5 Stelle. L’ex premier, infatti, ha annunciato che Antoci sarà capolista nella circoscrizione Isole senza passare dalle fastidiosissime parlamentarie, dove i grillini si giocano le poche nomination in palio. Questa volta potrebbe scattare un solo seggio e nessuno, fra i papabili, dovrebbe avere i numeri degli ultimi due eletti, entrambi fuoriusciti: l’alcamese Ignazio Corrao e l’ex Iena Dino Giarrusso.

Se a destra ci provano tutti, a sinistra si gioca a carte coperte. Forse perché le carte da esibire sono effettivamente contate. Prevalgono le ombre. Anche se il segretario Barbagallo, intercettato qualche giorno fa da Repubblica, ha spiegato che “sarà una lista ispirata ai valori di accoglienza, integrazione, lavoro, ambiente, diritti. Per questo ho avuto la disponibilità a candidarsi di tutto il gruppo dirigente”. Allora sì, siamo salvi.