Il settennato di Sergio Mattarella al Quirinale termina con una foto di Giovanni Grasso, suo consigliere per la stampa e la comunicazione, che ritrae una serie di scatoloni vuoti: “Fine settimana di lavori pesanti…”. Il Capo dello Stato sloggia dal palazzo dei Papi. Nei giorni scorsi, per la verità, è già tornato a Palermo, dove domani seguirà la prima giornata di votazioni per eleggere il suo successore. Il rientro nella Capitale al momento è previsto per martedì. Ma non è detto che non debbano tornare indietro pure gli scatoloni. Il ritiro dalla corsa di Silvio Berlusconi e le difficoltà a trovare un punto di caduta bipartisan (adesso si esplora Casini, che non sembra però una prima scelta), potrebbe portare i due schieramenti a richiedere un altro sacrificio a Mattarella. L’ha già fatto il Movimento 5 Stelle, qualche giorno fa, con un documento congiunto da parte dei senatori.

Anche sul fronte siciliano gli appelli si moltiplicano. Gianfranco Micciché, uno dei grandi elettori per la Regione siciliana, spiega che “questo è il momento del centrodestra, spetta a noi esprimere una candidatura. Certo, se alla fine si dovesse arrivare a un nulla di fatto, l’unico punto di caduta sarebbe Mattarella, che è stato un buon presidente”. Concorda Francesco Scoma, deputato della Lega: “Il Mattarella-bis non sarebbe male”. E anche Carmelo Miceli del Pd è netto: “Mattarella è certamente la figura super partes della quale l’Italia ha bisogno”. Sarebbe, soprattutto, la migliore exit strategy per superare lo stallo che si prefigura.