Ciò che raramente ti aspetti da un avvocato penalista. L’abilità di prendere le distanze dalla vita di tutti i giorni, dai tribunali, dalle mille pieghe del codice. E di avvicinarti a un mondo puro e meno artefatto come quello della scrittura. La scrittura genuina, che ti lega ai ricordi e ti fa vibrare l’anima. Che non ti fa avvitare su te stesso, ma ti rende l’osservatore privilegiato di una bella storia d’amicizia fra tre ragazzoni oggi poco più che quarantenni, che si conoscono fin dai banchi di scuola. “Perché l’amicizia va oltre l’amore – spiega Anton Emilio Krogh –Sogniamo che sia forte e granitica, che duri per sempre. E’ un valore rispetto al quale nutro una certa sacralità”.

E così nasce “Non si può fermare l’estate”, il secondo libro del nostro avvocato. Venerdì 9 la presentazione in via Cavour a Palermo, con la presenza del direttore di Buttanissima Sicilia, Peppino Sottile, e della giornalista di Repubblica, Eleonora Lombardo. Amicizia ed estate stanno bene nella stessa frase. Perché l’estate è la stagione che funge da snodo fra un prima e un dopo, “rappresenta l’allegoria della vita e delle emozioni. Nella vita ci sentiamo sempre di fronte a un bivio, in cui bisogna scegliere se seguire il flusso o ragionare in modo più freddo. L’estate, se da un lato porta con sé riposo, leggerezza, distacco dal quotidiano, dall’altro è forza rigeneratrice, in cui si prendono decisioni importanti e si stabiliscono i buoni propositi per il futuro. Ecco, questa rigenerazione, direi quasi cellulare, io la identifico con la vita stessa, in cui non ci fermiamo mai ma siamo spinti dallo scoprire ciò che accade di nuovo”.

Il romanzo, pubblicato dalla casa editrice Mursia, è il secondo lavoro di Krogh fra un tribunale e l’altro. Il primo – “Come me non c’è nessuno” – è un libro autobiografico, che ha riscosso un grande successo a livello di vendita e di critica: “Sono sempre andato bene in italiano – spiega l’autore volgendo lo sguardo al passato – Così a un certo punto della mia vita, superati i 50 anni, ho deciso di buttare su carta le cose belle e forti che mi sono successe. Di solito è un lavoro che uno fa per se stesso. Poi, non so come, sono riuscito a pubblicarlo, ricevendo feedback positivi. Che sono stati un incentivo a continuare”. Coniugare giustizia e letteratura non è stato poi così difficile. Perché in fondo c’è un filo rosso che li lega: “Nel lavoro dell’avvocato penalista ci vuole anche una certa abilità di sintesi nella scrittura e nella parola. Anch’eassa il raccontare e il raccontarsi. Sono situazioni accostabili in un certo senso”.

In “Non si può fermare l’estate” entra, con forza, anche la tematica del bullismo: “Che purtroppo è tornata d’attualità e che è assolutamente vietato sottovalutare – spiega Krogh – Anche i tre personaggi del mio romanzo, da adolescenti, hanno subito degli episodi di bullismo. La forza dell’amicizia permette loro di andare oltre”. Come oltre riesce ad andare lo scrittore, che nato “per sbaglio” a Padova, trascorre la sua vita professionale fra Napoli e Roma. Almeno fino all’estate, quando si presenta puntuale sulle colline di Cefalù che lo hanno visto crescere: “Palermo è senza dubbio la mia città del cuore. Cominciare da lì con la presentazione del nuovo libro mi dà conforto, serve a combattere l’ansia delle presentazioni, in cui non sa mai chi trovi o cosa ti chiederanno. Arrivare a Palermo e trovare il calore degli amici è un bel punto di partenza”.