Emmanuel Macron e Giorgia Meloni non sono fatti per intendersi, pur avendo esattamente la stessa età viaggiano su binari diversi a ore differenti. E per capirlo bastava osservare il linguaggio del corpo di quel primo, improvvisato vis-à-vis sui tetti di Roma la sera del 24 ottobre. La rigidità dei movimenti, lo sguardo fisso e studiato di fronte alla gestualità della presidente del Consiglio italiana, fresca vincitrice delle precipitose elezioni anticipate. Non c’è più niente di casuale o spontaneo in questi leader contemporanei. Lo scenario era romantico, ma destinato a frantumarsi al primo scoglio che si presentò poco dopo con la crisi dei migranti della Ocean Viking respinti dall’Italia e accolti dai francesi nel gelo di Tolone: il più violento scontro diplomatico tra i due paesi. La telefonata tra Sergio Mattarella e Macron sembrava aver sopito l’incidente. Continua su Huffington Post