Brusca, i pentiti e la sublime arte del dire e del non dire
Ma la legge è davvero quella cosa lì: dura ma giusta, severa ma uguale per tutti? Se vi indignate perché il più sanguinario dei pentiti di mafia è tornato in libertà dopo 25 anni di carcere e quattro di libertà vigilata, ponete direttamente a lui questa domanda. Sì, proprio a lui, a Giovanni Brusca, il picciotto di San Giuseppe Jato, in quel di Corleone, che tra il 1975 e il 1992 ha commesso allegramente oltre centocinquanta omicidi. Ha ordinato lui di incaprettare e poi sciogliere nell’acido un ragazzino di tredici anni, un picciriddu, la cui colpa era solo quella di essere figlio di un malacarne che, messo con le spalle al muro aveva spifferato in procura intrighi e segreti delle cosche. Ed è stato lui a scatenare col telecomando l’inferno..