Don Puglisi, Brancaccio. Lettera di un magistrato al sindaco
Gentile Signor Sindaco di Palermo, È un Magistrato della Repubblica che Le scrive questa lettera aperta. Lo so. Adesso penserà che coloro che hanno il mio ruolo dovrebbero stare zitti, legati come sono al dovere di riservatezza delle toghe. Secondo questa teoria - che piace tanto ai politici - quelli come me dovrebbero solo fare (sollecitamente) i processi e scrivere sentenze, ordinanze e decreti. Punto. Mi permetterà di dissentire in parte da questa opinione (condivisa anche da alti esponenti del CSM). Rivendico il mio buon diritto di partecipare, con pensieri e parole, a quella che da tutti viene chiamata Democrazia e che - secondo la nostra Costituzione - non può escludere nessuno dalla possibilità di sentirsi parte di una comunità. D’altronde, ricorderà che la parola greca πόλις (da cui l’idea..