Lorenzo Matassa

Non c’è “morte felice”
senza verità.
Orlando se ne ricordi

Sembra che il Sindaco di Palermo si prepari ad una "morte felice". Così ha detto in una intervista rilanciata da numerosi organi di stampa. È strano che, per concludere il suo monarchico ed infinito regno sindacale, egli abbia scelto un'idea cara ad Albert Camus. La “morte felice”, infatti, era il titolo che originariamente era stato dato al romanzo "Lo Straniero". Il tema dell'opera era tutto racchiuso in una frase che il protagonista, Patrice Mersault, ascolta da un vecchio infermo a nome Zagreus: "Conviene scommettere su questa vita piuttosto che sull'altra...". Patrice ucciderà il consenziente Zagreus e ne riceverà il denaro che servirà al suo futuro felice. Ma la felicità che l'uomo si attende non è mai quella che, in effetti, arriverà perché la vita (e forse la morte) è ciò..

L’epopea infinita
di un viaggio in Sicilia
nel mito di Morgana

Solo pochi giorni fa mi sono avventurato in un viaggio in auto con destinazione Taormina. Mai pensavo sarebbe diventato un'epopea infinita. In andata, ho provato a raggiungere la costa ionica impegnando l'autostrada Palermo-Catania. L'esperienza non è da augurare a nessun automobilista essendo elevatissimo il rischio di uno scontro frontale nelle numerose e buie gallerie a doppio senso circolatorio. Decine e decine di chilometri di autostrada resesi impraticabili e sottoposte a lavori in apparenza senza finalità e senza fine. Immaginando uguale destino per il ritorno, ho pensato di utilizzare la parte costiera impegnando l'autostrada Messina-Palermo. Nella mia infantile idea delle cose ritenevo che quel collegamento - gestito da privati in pedaggio - potesse manifestarsi migliore. L'aspettativa si infrangeva in mille deviazioni e un manto stradale a "gobbe di cammello".  Una tragedia stradale..

Nè muli e nè leoni
I magistrati
e l’etologia giudiziaria

Ammetto che il tema che affronterò di qui a poco potrebbe indurre all'umorismo più di uno smaliziato lettore. Forse ne abbiamo bisogno in tempi in cui, tra pandemia e guerra, diventa sempre più difficile articolare i dodici diversi muscoli facciali del sorriso. D'altronde, non era il vecchio Sigmund che assumeva che il sorriso è il risparmio nel mondo economico dei sentimenti? Si sorride allorché tutte le lacrime possibili sono esaurite. Va bene... cercherò di non farla lunga con i preamboli e le premesse andando direttamente al punto in cui il mulo ed il magistrato hanno la loro confluenza. Avete letto bene: questo articolo affronta - senza censure di sorta - un luogo di convergenza etologica mai prima d'ora esplorato. Non giudicatemi, da subito, irriverente ed eversore dell'ordine giudiziario. Non sono..

Putin e i magistrati
La lezione di Anna
è sempre attuale

Si assume che con i “se” e con i “ma” non si è mai cambiato il corso della Storia. L’ipotesi è l’antitesi dei fatti e questi ultimi sono terribilmente testardi e non ammettono contrapposizioni avversative o limitative. È la grammatica del pensiero. Non può contraddirsi a questa semplice Verità. Quindi, è inutile dire che “se” qualcuno avesse letto le parole di Anna Politkovskaja - trasposte nel libro “La Russia di Putin” - sarebbe mutato il corso degli eventi che oggi tragicamente ci riguardano. Forse è vero il contrario e, quindi, l’uomo di Arcore avrebbe comunque condiviso con lui il lettone del baldacchino e - allo stesso modo - il sovranista barbuto di Pontida avrebbe indossato la maglietta con la sua imperiale effige scolpita sul petto. Però (abbiate pietà dell’avversativa…) l’Italia..

L’onorevole Donato,
una professionista
del negazionismo

"Ci sono cose più gravi dei delitti. Si chiamano errori". (Talleyrand) Sono stato lì, ad ascoltare, ri-ascoltare e, ancora una volta, ri-riascoltare le sue dichiarazioni. Non volevo credere alle parole che udivo dallo scranno 856 del Parlamento Europeo. Parole incomprensibili in quella che mi appariva una edulcorata edizione del teatro dell'assurdo di Ionesco. Una pièce beckettiana di un soliloquio dentro la solitudine del nulla. Eppure quella donna stava parlando a nome degli italiani che l'avevano eletta nell'alto consesso parlamentare. Ma a nome di chi, veramente, proferiva le sue supposizioni? Ma sì... era chiaro: lei stava solo manifestandosi nella sua altera vanità. Nulla di politico o di ideologico si riscontrava nel discorso con il quale - di fatto - negava i massacri dei civili in Ucraina. Nessuna fonte di prova o..

Guardatelo bene:
c’è un pugnale
nel sorriso di Putin

"Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini" (Macbeth - W. Shakespeare). Raccontare questa idea è un po’ arduo perché, a torto, si ritiene che la Letteratura e la Poesia difficilmente possano modificare il corso della Storia. Sarà pure vero l’assunto, ma è altrettanto vero che questi sono gli unici strumenti umani che permettono di immaginare gli eventi e (una volta accaduti) dare loro una compiuta comprensione. All’alba della nascita del Nazismo e della voracità espansionistica del III Reich, erano in tanti - da una parte e l’altra dell’Oceano - a sostenere che mai la evoluta Germania avrebbe massacrato i destini degli europei. Diversa cosa prevedeva Bertold Brecht (e non a caso i suoi libri venivano messi al rogo…). Sappiamo come è andata a finire, ma ci sono voluti milioni di..

Palermo infelicissima
Vademecum
per il sindaco che verrà

Eccoli lì, le loro facce in misura manifesto, a chiedere il voto per diventare Sindaco di Palermo. E accanto a quei visi - ritoccati dall'alterazione digitale - le tre parole che vorrebbero scolpire il loro programma politico e amministrativo. Slogan vuoti per sguardi spenti. Nessuno di loro che racconti un vero programma, un reale progetto, un'autentica aspirazione di una città futura. D'altronde, conoscono bene il popolo fruitore del messaggio e sanno che a nulla serve tutto questo, perché in politica conta solo quanti coglioni vanno alle urne. E, forse, sanno pure che - una volta insediatisi - a poco servirà il buon governo di una città che si manifesta indifferente ed ignava ad ogni nefandezza. Prova ne è nelle mille bare in attesa di sepoltura e nella pietà per i..

Il male assoluto
Il diavolo
che cita il Vangelo

Agli attenti osservatori dei dolorosi accadimenti di questi giorni bui non deve essere sfuggito il particolare. Al centro di uno stadio affollato da un popolo festante, tra bandiere e applausi comandati a distanza, il diavolo - incarnatosi nell’uomo del Cremlino - ha citato il Vangelo. Non sorridete a questa affermazione solo perché è difficile credere che il diavolo possa esistere. Vi dimostrerò il contrario e lo farò da laico, senza alcun riferimento a dogmi di tipo religioso. Altro non è il diavolo se non il male. Senza corna, senza coda e senza fiamme luciferine. Anzi, se una sembianza il male può assumere è quella di una insospettabile normalità perché solo nascondendosi (anche) in un bene apparente questa entità può meglio operare. Su questo, penso, possiamo tutti essere d’accordo. Ma un..

Putin e l’unico modo
che conosco
per spegnere la guerra

Ho fatto un sogno questa notte. Sarebbe meglio dire che ho avuto un incubo, ma lascio a voi l'interpretazione delle cose. Diciamo che, ancora adesso, al risveglio, non saprei dire quale tra le due sensazioni abbia prevalso. Un uomo era davanti a me, seduto dietro una scrivania. Il tavolo era di quelli imperiali con i rilievi e le incisioni in oro. L'uomo aveva davanti ai suoi occhi un pulsante rosso. La sua mano destra era vicina al pulsante e le dita indice e medio tichettavano nervosamente come battiti di un contasecondi. Solo alzando lo sguardo mi accorgevo di conoscere quel viso e quegli occhi glaciali concentrati sul vuoto del suo stesso ritmare cadenzato. Era lui! Il vecchio Vlad mi era davanti e - incredibilmente - mi aveva convocato, davanti a..

Zeta, una sigla infame
L’orgia del potere
di Putin e i suoi complici

Chissà se il vecchio VLAD conosce questa storia. Qualcosa mi dice che mai gli pervenne all'orecchio, altrimenti non avrebbe agito così come abbiamo visto in questi giorni. Magari si sarebbe goduto, in santa pace, il suo yacht da quasi un miliardo di dollari e quella squadra di calcio londinese (come si chiama? Ah! Chelsea) intestata ad uno dei suoi tanti oligarchi prestanome. Ecco, avrebbe potuto continuare a vivere nell'apoteosi inumana della ricchezza più sfrenata senza distruggere nulla e senza uccidere neppure un bambino. Invece, no. Mettendo a rischio tutti questi suoi averi ("lecitamente" guadagnati nel corso di pochi anni...) - e supponiamo per puro patriottismo - ha preferito imbastire una invasione genocida e indossare la divisa del torturatore sanguinario. Dobbiamo ammettere che, se vi può essere metodo nella follia, vi..

Gerenza

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