Luciana Amato

Katie e l’insostenibile
leggerezza del jazz

Maxence Fermine, scrittore francese, dice che “suonare il jazz è come raccontare una storia. Una volta finito il pezzo, deve restare solo la felicità”. E’ quello che è accaduto a chi sabato sera si è recato al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo e si è ritrovato immerso nella elegante e vellutata atmosfera creata dalla musica e dalla voce calda e sofisticata di Katie Thiroux. Cantante trascinante e magnetica, compositrice e musicista di forte personalità, la jazzista californiana ha saputo regalare – in esclusiva nazionale per il Brass Group – un impeccabile accordo tra musica e voce, stabilendo sin dalle prime note un rapporto di intesa e di complicità con il numeroso pubblico del teatro e lasciando, a conclusione del suo tour europeo, una gradevole sensazione di leggerezza e di..

Il discorso amoroso
di un concerto jazz

Poteva succedere solo lì, in quel teatro dell’anima che è il Santa Cecilia, di ascoltare un concerto e vivere all’un tempo due  conversazioni amorose: una tra il musicista e il suo pianoforte; l’altra tra il pianista e il suo pubblico. E’ successo giovedì sera quando – per la rassegna “Play piano play”, inventata dal Brass Group per dare spazio ai solisti – è salito sul palco Mario Bellavista, noto penalista palermitano ma anche compositore e jazzista di livello internazionale. Era veramente inutile chiedersi se il pubblico si trovava in quel momento di fronte a un avvocato prestato al mondo della musica o a un raffinato pianista solo per caso caduto nelle maglie aspre e farraginose della giurisprudenza. Quale che fosse la risposta è bastato ascoltare le prime note di “Solo”,..

Quel soave delirio
che nasce dal jazz

Chi, per curiosità o per passione, è andato venerdì sera al Brass di Santa Maria dello Spasimo per assistere a “Just the 2 of us” si è ritrovato immerso in un’atmosfera morbida e avvolgente. Ha ascoltato brani che evocavano una musicalità tenue, raffinata ed elegante, come “Clear” o “Winter Sky”; ma anche brani inediti che, a dispetto dei titoli ispidi o anche ruvidi, come “Cactus” o “Il traditore”, hanno deliziato il pubblico con una musicalità più sensuale, più ritmata, più impetuosa; capace di liberare fantasie e passioni. E’ stata una serata magica, calda e partecipata quella di venerdì al Brass. Un pubblico straordinario ha fatto da cornice a quattro maestri palermitani del jazz – Vito Giordano alla tromba, Fabio Lannino al contrabbasso, Diego Spitaleri al pianoforte e il giovanissimo Francesco..

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