Pietro Salvatori

La vendetta di Salvini. Colpire
Santanchè per far male a Meloni

“Aspettiamo che il ministro Santanchè spieghi le sue ragioni in Parlamento”. Dopo due giorni di fuoco di fila delle opposizioni, è il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari a lanciare un macigno nello stagno del governo. L’intenzione della camicia verde è quella di respingere il tribunale di Report, perché “i processi non si fanno in televisione”, ma lo condisce di una stoccata che fa male. Se è il secondo partito di maggioranza a chiedere che il ministro del Turismo illustri la sua versione sulla gestione spregiudicata delle sue aziende e sui possibili conflitti d’interesse di fronte alle Aule che l’opposizione non aspetta altro di trasformare in un rodeo, significa che qualcosa non va. Giorgia Meloni viene informata dopo pochissimo tempo, è l’ennesimo tassello di una spirale di incomprensioni e..

Ronzulli, l’ape in rovina

La fu plenipotenziaria è uscita dal cuore di Berlusconi, che si lamenta per l’eccessiva aggressività della sua linea contro il governo

Ex viceministro dei 5 Stelle si ricicla con Cateno De Luca

Laura Castelli ci spiega come diamine è finita a fare la portavoce di Cateno De Luca? Ci siamo conosciuti quando io sono stata viceministro e lui era sindaco di Messina, e abbiamo lavorato insieme per dossier concernenti la sua città. Qualche mese fa mi ha raccontato il progetto che aveva in mente, e ho ravvisato molte cose in comune con quello che abbiamo fatto al ministero per i Comuni. Per questo non ci trovo nulla di straordinario, ho trovato una certa affinità di visione con lui. Scusi ma la sua vita dopo il Parlamento è fare la portavoce di Nord chiama Sud? La mia attività principale è quella di consulenza alle imprese. L’esperienza di 5 anni da viceministro dell’Economia mi consente di avere uno sguardo ampio su questo argomento, ed..

A Montecitorio Meloni trasforma
il question time in un talk show

Che non fosse un question time del presidente del Consiglio uguale a tutti gli altri question time dei presidenti del Consiglio lo si è capito quando a partire dal fine settimana gli sherpa di Palazzo Chigi si sono messi in moto e hanno discretamente contattato a uno a uno tutti i ministri: "Mercoledì alle 15 Giorgia Meloni va in aula, se ci fossi sarebbe una cosa molto gradita". Un lavoro di scouting che ha dato i suoi frutti. Quando la premier si presenta nell'aula della Camera per rispondere alle interrogazioni che le rivolgono parlamentari di maggioranza e opposizione, i banchi del governo sono stracolmi. Sono ben sedici i ministri presenti, da Matteo Salvini a Antonio Tajani, da Roberto Calderoli a Francesco Lollobrigida, da Matteo Piantedosi a Anna Maria Bernini. Alcuni..

Conte & Salvini: il condono
si fa ma non si rivendica

È la più classica delle storie all’italiana, la terribile tragedia da un lato, la farsesca battaglia per lavarsene politicamente le mani e incolpare l’avversario dall’altro. A Casamicciola si scava ancora nel fango per cercare i dieci dispersi travolti dalla valanga, i partiti si puntano il dito contro o sperano che le pregresse responsabilità finiscano con un colpo di scopa sotto il tappeto. Infuoca la polemica su Giuseppe Conte, sua l’ultima procedura di condono nel 2018, che per sveltire l’attribuzione dei fondi diede un binario preferenziale a tutte le richieste di sanatoria sull’isola (27mila su un totale di 62mila abitanti), concedendo che venissero valutate dalle maglie più larghe della legge del 1985, includendo tanti degli immobili che ne rimasero esclusi da una seconda formulazione varata da Silvio Berlusconi nel 2003. Continua..

Meloni furiosa con Berlusconi
ma ora vuole stringere i tempi

Giorgia Meloni ha già la lista dei ministri in tasca, sono da definire solo gli ultimi dettagli, ma da Fratelli d’Italia il messaggio è chiaro: fra pochi giorni ci sarà il governo, le tribolazioni degli ultimi giorni non spostano di un millimetro il faticoso lavoro di cesello fatto nelle ultime settimane dalla premier in pectore. Ciò non toglie che Meloni sia furiosa con Silvio Berlusconi: non è bastato il dietrofront su un accordo che si riteneva chiuso sui ministeri, in particolare quello della Giustizia, gli audio delle sue posizioni sulla guerra all’Ucraina che sembrano scritte in copia carbone mutuando le tesi del Cremlino gettano un’ombra che si spera non sia indelebile sul nuovo esecutivo. Continua su Huffington Post

La battaglia degli Interni:
così Meloni si cucina Salvini

Siamo già al braccio di ferro. Il governo di centrodestra parte con una serie di nodi da sciogliere, nessuno così intricato come quello che al momento è stretto attorno al Viminale. La Lega lo rivendica, Matteo Salvini stesso lo rivendica. Sente Giorgia Meloni e concordano di vedersi alla Camera nel primo pomeriggio, un paio di ore prima posta sui social l’ennesima foto di uno sbarco accompagnata da una didascalia piuttosto eloquente: "Ci vuole qualcuno che torni a difendere e proteggere confini, leggi, forze dell’ordine e sicurezza in Italia. Qualche idea ce l’abbiamo”. Come se non bastasse, mentre l’incontro è in corso fonti del Carroccio fanno filtrare alcuni dei “tantissimi messaggi” di militanti che chiedono che il loro leader torni al ministero dell’Interno. Continua sull'Huffington Post

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