Giuseppe Sottile

Il governo s’è convertito
Benvenuto, garantismo

Evviva. Finalmente il garantismo è diventato patrimonio del governo regionale. Non c’è assessore che non affermi la sacralità dello stato di diritto, che non denunci la brutalità del circo mediatico giudiziario, che non inorridisca davanti alle intercettazioni date in pasto alla stampa, che non meni scandalo per la gogna toccata a Ruggero Razza, il figlio prediletto del presidente Nello Musumeci, finito nel tritacarne della magistratura per lo scandalo dei dati sul Covid taroccati allo scopo di evitare la zona rossa. E’ un vento benefico, quello del garantismo. Spazza via anche le intemerate volgari e giustizialiste di chi, fino all’altro ieri, ha fatto di tutto a Palazzo dei Normanni per criminalizzare un deputato che, pur colpito da un avviso di garanzia come quello di Razza, aveva avuto la sfrontatezza di chiedere..

Musumeci ingannato
ma dai suoi “magliari”

I magistrati che hanno scatenato quest’ultima bufera sull’assessorato della Sanità hanno tenuto a precisare che il presidente della Regione, Nello Musumeci, “sarebbe stato ingannato”. Escludono un coinvolgimento, una colpa, una sua responsabilità. Se i dati sul Covid sono stati falsificati, tutto è avvenuto a sua insaputa. Meno male: un avviso di garanzia notificato a Palazzo d’Orleans avrebbe provocato una crisi lunga e devastante. Ma l’inganno getta comunque sul governo una sgradevole ombra politica. Il colonnello Nello è un uomo sulla cui onestà non si può sollevare alcun dubbio. Sorgono molti dubbi invece sulla serietà degli assessori che lo affiancano più da vicino e che un giorno traccheggiano con le poste di bilancio e il giorno dopo con le cifre della pandemia. Avranno anche portato un punto di consenso al governatore..

E’ passato un mese
Chi si ricorda di Conte?

Non più di un mese fa sembrava che il mondo girasse attorno a lui, che senza la sua guida l’Italia sarebbe precipitata nella crisi più nera. Matteo Renzi lo attaccava senza pietà, i parlamentari grillini lo difendevano come una falange, i massimi esponenti del Pd aizzavano le truppe alla battaglia finale: “O Conte o morte”. Ma dopo trenta giorni chi si ricorda più di Giuseppi, del presidente del Consiglio che, da eroe disarmato, fece un discorso eroico e descamisado davanti a Palazzo Chigi? Nessuno. Nei giorni caldi della resistenza le previsioni dicevano che avrebbe preso il comando dei Cinque Stelle e che sarebbe stato per loro il sol dell’avvenire. Ma Davide Casaleggio, patron della piattaforma Rousseau, lo tiene stretto all’angolo con la carta bollata, mentre Beppe Grillo, l’elevato, lancia i..

La Sicilia sottosopra
dei vaccini e dei potenti

Oggi la vogliono cotta e domani la vogliono cruda. Oggi vogliono procedere per categorie, ma domani la regola sarà rigorosamente quella delle fasce di età. Oggi si lamentano della folla che invade i padiglioni della Fiera, ma subito dopo aprono le porte alla valanga di quelli che non si sono prenotati. Oggi dicono che mancano i medici e gli infermieri e il giorno successivo sostengono che la confusione è da addebitare alle dosi che non arrivano. Oggi il commissario dichiara che dimezzerà le prenotazioni e bacchetta i palermitani perché troppo invadenti e poco civili; ma dopo qualche ora ci ripensa e annuncia che tutto continuerà come prima. E’ la Sicilia del pressappoco e del sottosopra. Dove si vaccinano i magistrati, anche quelli di trent’anni, perché troppo potenti; ma si lasciano..

Inefficienti e prepotenti
Ritratto di due assessori

Mamma mia quanti insulti, quante minacce, quanti avvertimenti. Noi non abbiamo fatto altro che il nostro lavoro, ma loro – i dioscuri di Nello Musumeci, presidente della Regione – non sopportano la verità. Noi abbiamo denunciato limiti e trucchi di una Finanziaria opaca e priva di certezze ma l’assessore, anziché dare una spiegazione ai siciliani che invocano un sostegno, risponde con una intimidazione. Poi abbiamo portato allo scoperto l’umiliazione e la mortificazione di centinaia di sventurati costretti ad aspettare sotto la pioggia il turno per vaccinarsi; ma l’assessore, anziché scusarsi con chi è stato abbandonato sul marciapiede, accusa il giornale di non avere raccontato il bene che lui ha fatto alla Sicilia e farfuglia teorie sullo sciacallaggio dell’informazione. Aiuto. Qualcuno ci salvi dall’inefficienza della politica. Ma anche dalla sua prepotenza.

Gli schiaffi alla Sicilia
che Musumeci non vede

Ma questo Musumeci, questo colonnello venuto dal nerofondo della storia, quando avrà un sussulto di dignità politica? All’Assemblea regionale i deputati di destra e di sinistra affondano, colpo dopo colpo, la Finanziaria allestita da un assessore incapace di mettere insieme quattro numeri senza trucco e senza inganno. Alla Fiera del Mediterraneo di Palermo un altro suo assessore – Ruggero Razza, responsabile della Sanità – ha messo in piedi una macchina del disonore. Centinaia di sventurati, deboli e vulnerabili, sono costretti a incolonnarsi per ore prima di vaccinarsi. Aspettano sul marciapiede, al freddo, senza una sedia, senza possibilità di andare in bagno, lasciati a marcire in un assembramento che umilia e mortifica. Ma il governatore fa finta di non vedere. I suoi bulli schiaffeggiano la Sicilia e lui, il Gran Pavido,..

C’è un altro bullo,
quello per i vaccini

Il presidente della Regione inaugura ogni giorno un hub per le vaccinazioni. Taglia nastri ma non si occupa delle categorie che soffrono: dice che i ristori arriveranno con la nuova Finanziaria ma sa bene che il bilancio approntato dal suo bullo di fiducia è un colabrodo senza capo né coda, un altro bluff destinato a imbalsamare per il secondo anno la Sicilia. L’unica speranza è che, tra una inaugurazione e l’altra, si accorga delle condizioni in cui si sono ritrovati alla Fiera del Mediterraneo di Palermo centinaia di “soggetti fragili” in fila per il vaccino e costretti ad attendere il loro turno al freddo e al gelo. Era così difficile trasformare un padiglione in una sala d’attesa? Certo, doveva pensarci il commissario per il Covid. Ma in Sicilia i guai..

Evviva Piccionello
La Sicilia ringrazia

Diciamolo: è bastata Makari, una fiction andata in onda su Rai1, per convogliare sulla Sicilia tutte le simpatie e le attenzioni che il governo della Regione non è mai riuscito a raccogliere. E’ bastato mostrare il mare e la luce di San Vito Lo Capo o la basilicale bellezza della riserva dello Zingaro per dire all’Italia che la Sicilia non è un paese di straccioni col cappello in mano, ma una terra che ha un suo patrimonio ricco e inestimabile. Manca, purtroppo, una classe politica in grado di trasformare quegli abbaglianti paesaggi in una leva di sviluppo economico e sociale. Ma prima o poi succederà. Intanto Makari, col suo splendore e anche con i suoi tanti difetti, una prima soddisfazione ce l’ha data. Ha doppiato gli ascolti de l’Isola dei..

Giletti, la gogna in tv
e il teatrino riparatore

Pure le pietre sanno che le trasmissioni di Massimo Giletti diventano spesso palcoscenici per linciaggi mediatici. Basta pensare come questo conduttore si è comportato tempo fa con Mario Capanna. L’ex uomo simbolo del Movimento studentesco sosteneva con vigore la propria tesi e Giletti, che non riusciva a tenergli testa, si irritò a tal punto che finì per sbattergli un libro sui piedi. E’ la sua eleganza. Un’eleganza riesumata ieri sera per montare l’indignazione del pubblico verso due sciagurati di Polizzi Generosa, sindaco e vice sindaco, che a gennaio sono stati tra i primi a vaccinarsi senza averne diritto. Per tre puntate consecutive – ne bastava una, forse mezza – Giletti ha costruito la gogna. Ieri sera ha allestito il teatrino di un dibattito di piazza per riverniciare la sua arena..

Contrordine da Roma
Vaccini, cambio in corsa

Contrordine compagni: era la vignetta con la quale il “Borghese” degli anni Cinquanta sferzava i comunisti di Palmiro Togliatti. Una satira al vetriolo con la quale si insinuava il sospetto che i compagni delle sezioni non sempre comprendessero in pieno gli ordini di Botteghe Oscure. Quel “contrordine” è l’unica chiave per spiegare l’irritazione di molte categorie professionali – avvocati, magistrati – che fino a ieri avevano priorità per la vaccinazione e che da oggi non ce l’hanno più. La spiegazione è semplice. Prima c’erano gli ordini del commissario nazionale Domenico Arcuri. Oggi c’è il contrordine del successore, il generale Francesco Paolo Figliuolo. Il primo dava spazio alle categorie a rischio, con tutti gli abusi che ne seguivano. Il secondo ha imposto di procedere secondo un principio non scavalcabile: l’età. Alle..

Gerenza

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