Giuseppe Sottile

Musumeci come Carola
vuole salvare i naufraghi

Con una lunga intervista al bravo e paziente Mario Barresi, de La Sicilia, Nello Musumeci ha cercato di spiegare come intende muoversi per garantire un futuro a questa povera terra del Sud. Ha detto che vuole creare “un vero e proprio partito della Regione”, ma con immutata fiducia nel centrodestra unito. “Il nostro – ha sottolineato – è un movimento che annovera diverse anime: ci sono i socialisti, gli ex democristiani, qualche post-comunista e chi come me viene da destra, ma tutti siamo uniti dalla voglia di riaccendere la speranza in chi ha smesso di credere nella politica”. Qui è possibile cogliere il retrogusto dell’intervista: sull’esempio della capitana Carola, il Governatore vuole salvare i naufraghi dei vecchi partiti in disarmo o in difficoltà, come Forza Italia. Nella speranza che poi..

L’antimafia di Fava
e quella di Musumeci

Dal sistema Montante al sistema Arata. Dalle piraterie fatte in nome della legalità alle incursioni di una banda di affaristi nella zona grigia degli assessorati. La commissione regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava, ieri ha convocato senza riverenze personaggi e interpreti dell’ultimo scandalo. Sfileranno gli assessori, da Pierobon a Turano, che hanno steso tappeti rossi per accogliere Paolo Arata, faccendiere dell’eolico; e sarà ascoltato pure il presidente dell’Ars, Micciché. Tutte persone al di sopra di ogni sospetto. La magistratura non ha rilevato nulla di penalmente rilevante, ma la Commissione vuole fare chiarezza. Sarà. Una cosa comunque va detta. A Fava si può anche rimproverare qualche eccesso di zelo, ma ricordate l’Antimafia presieduta, nella passata legislatura, da Nello Musumeci? Fu inutile e inconcludente. Come il suo attuale governo.

Un governatore
e il suo petit paradis

Ma avete visto che cosa succede lassù, dove i presidenti di Veneto e Lombardia hanno conquistato le olimpiadi invernali del 2026 che porteranno ricchezza e prestigio da Milano a Cortina d’Ampezzo, da Bormio alla Valtellina? E avete visto invece che cosa succede quaggiù in Sicilia dove l’unica impresa che ha saputo mettere in piedi il governo di Nello Musumeci è un regalo di undici milioni di euro alla Rcs di Urbano Cairo che, bontà sua, farà partire da Catania il giro d’Italia del 2020? Ma non prendetevela con il nostro amatissimo Governatore. Lui è rimasto legato alla sua vecchia dimensione di presidente della provincia etnea. Lo entusiasmano solo le cose che allietano il suo petit paradis, come i cavalli di Ambelia. Tutti gli altri impicci – riforme, questione morale, conti che..

Se ai truffaldi manca
il giusto consulente

Se ci restasse ancora un po’ di humor potremmo dire che alla fin fine è una storia di palloni gonfiati e che dietro l’ultimo scivolone del Palermo non c’è che un vecchio copione d’avanspettacolo. Ma il tempo è greve e forse è arrivato il momento di chiederci perché questa terra sia diventata la sponda d’approdo per tutti gli avventurieri. Lo schema non cambia: il truffaldo si traveste da imprenditore e dice di avere un know how esclusivo; trova quaggiù un consulente – che in realtà è un maneggione della politica – e tenta il colpo milionario. A qualcuno riesce. A Ezio Bigotti, ora agli arresti per corruzione, è andata benissimo: con un censimento fasullo dei beni immobiliari della Regione ha incassato oltre novanta milioni. Ai Tuttolomondo, avventurieri del pallone, è..

La consacrazione
del Santo Bambinello

Più che Luigi Genovese sembra Luigi Gonzaga. Che fu rampollo di una potente famiglia del Rinascimento italiano ma seppe guadagnarsi la santità con le preghiere recitate tra le mura del maestoso palazzo di Mantova. A sedici anni chiese al padre il permesso di entrare nella Compagnia di Gesù e si consacrò a Dio, perinde ac cadaver. Luigi Genovese di anni ne ha invece ventitre e ha chiesto al padre Francantonio, padrone dei feudi clientelari di Messina, di arruolarsi non tra i gesuiti ma nell’esercito di Salvini che, dopo avere conquistato le terre del nord, ora marcia tronfio e spavaldo verso la Sicilia. Lo accoglierà la Confraternita degli Ascari. Nello Musumeci, come padre priore, intonerà il Te Deum e a Luigi non resterà che servire messa. In cambio otterrà la misericordia..

C’è un nuovo Minosse
che giudica e manda

Ma l’avete vista la faccia di Stefano Candiani, di questo avanguardista mandato da Salvini qui, in partibus infidelium, per catechizzare gli ascari del nuovo impero? Avete visto con quale piglio impietoso e affilato tratta i transfughi, i riciclati e tutti gli accattoni della politica che si presentano a lui con il cappello in mano per elemosinare uno strapuntino di potere? Se non avesse quell’accento metallico della Bassa, potreste anche scambiarlo per un Minosse venuto in Sicilia per sentenziare, con i suoi giri di coda, chi sono i buoni e chi sono i reprobi, in quale girone seppellire il vecchio Attaguile e in quale altro dimenticare lo sprovveduto Gelarda; in quale brace affogare l’impenitente Miccichè e in quale purgatorio rosolare il genuflesso Musumeci. Giudica e manda: c’è Candiani a guardia delle..

S’avanza il giudice del popolo

Mentre Mattarella cerca di rimettere in piedi le macerie del Csm, una domanda... Cos'è il merito per un magistrato? Gli esempi di Palermo

Il nuovo Geppetto
e i suoi pinocchietti

Ma questa Regione non è il luogo della politica. E’ un laboratorio di ortopedia dove un nuovo Mastro Geppetto forgia i suoi pinocchietti che, se li guardi, sono tutti lì in fila pronti a salire sul cavalluccio di Matteo Salvini e a strappare un altro fazzolettino di potere. Il Geppetto della favola è lui, il governatore Nello Musumeci. La cui massima aspirazione è diventata quella di costruire in Sicilia la “terza gamba della Lega”: un modo come un altro per mascherare la propria sudditanza al vincitore che arriva dal Nord. E’ un’ortopedia contagiosa quella che si sta sviluppando in queste ore. Subito dopo infatti è arrivato il rampollo dell’onestissima famiglia dei Genovese che, manco a dirlo, vuole formare un gruppo parlamentare e farne “la terza gamba” del progetto inventato da..

Presidente, la Sicilia
non è da esportazione

Ma sì, vada pure in giro per il Sud dell’Italia. Vada per Calabria e Puglia, per Campania e Basilicata a predicare il nuovo Vangelo salviniano, quello di Carroccio e rosario. Vada a catechizzare per le strade del Meridione i neofiti del nuovo potere leghista. Tra tanto slancio stia però attento il nostro amato Governatore a non sbandierare come modelli i fatti e i misfatti del suo governo. Perché dovrebbe parlare di Ester Bonafede e del pateracchio combinato all’Orchestra sinfonica; dovrebbe parlare dei conti che non quadrano e dei tanti carrozzoni di sottogoverno ormai alle soglie del fallimento; dei quattro assessori sotto inchiesta e di un bullo che piritolleggia lungo i corridoi di Palazzo d’Orleans come fosse il padrone del pastificio. Ci pensi, onorevole Musumeci. Sul suo governo meglio una parola..

La Sicilia affonda
e lui pensa ad altro

Nello Musumeci è un governatore squinternato. E’ a capo di una giunta che non riesce a gestire l’ordinaria amministrazione, figurarsi se può aspirare a quelle cose importanti che si chiamano riforme. Gli mancano due assessori: quello dei Beni culturali e quello del Turismo. E ne ha pure un terzo, al Bilancio, che Forza Italia vuole a ogni costo rimuovere. Come se non bastasse, c’è poi c’è la deriva del sottogoverno: dall’Orchestra sinfonica a Riscossione Sicilia non c’è ente che non sia impantanato fra debiti e clientele. Musumeci però non si preoccupa più di tanto. Ha un sacco di cose da fare e si è messo in testa di girare per le regioni del sud allo scopo di creare un movimento che faccia da terza gamba alla Lega. Ma nessuno è..

Gerenza

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