Giuseppe Sottile

Ma senza coraggio
nessuno si salverà

Visto che va di moda Churchill, accodiamoci: ci aspettano giorni di lacrime e sangue. Già si avverte il tambureggiare disperato di intere categorie rimaste senza lavoro. Già si sente il grido straziante di migliaia e migliaia di poveri cristi che non riescono più a combinare il pranzo con la cena. Che aspetta il presidente Musumeci a convocare il suo gabinetto di guerra per approntare in tempi stretti un piano economico di emergenza? Per il contrasto al coronavirus basta Ruggero Razza, valente assessore alla Salute. Gli altri facciano subito un censimento dei soldi che è possibile mettere insieme dopo avere cancellato i carrozzoni, gli sprechi e le clientele che ammorbano il bilancio della Regione. Serve molto coraggio, è vero. Ma Musumeci e il suo bullo di fiducia non possono dire che..

Trump ha i riservisti,
Conte chiami i divanisti

Tra le mille crisi portate dal coronavirus c’è anche quella dell’agricoltura. Ci sono generi di prima necessità, sparsi per le campagne, che se non vengono raccolti in tempo finiranno per marcire. E’ un’emergenza nell’emergenza, per la quale servono subito duecentomila lavoratori occasionali. Che non si trovano. I clandestini che c’erano sono scomparsi: troppe paure, troppe persecuzioni, troppi rischi. E molti di quelli che per vivere accettavano comunque i lavori pesanti, hanno preferito trovare un rifugio nel reddito di cittadinanza, inventato da Grillo e Di Maio per finanziare la campagna elettorale dei Cinque stelle. Ma non c’è un uomo di governo a cui venga in mente di prendere gli abili al lavoro, pagati dallo Stato per poltrire sul divano, e affidarli come braccianti agli agricoltori? Trump richiama i riservisti, Conte potrebbe..

Il tempo prezioso
di Nello Musumeci

Non finiremo mai di ringraziare il governatore Nello Musumeci per avere dato tutto se stesso nella lotta contro il coronavirus. Pensate, è andato persino da Barbara D’Urso e pur di predicare urbi et orbi le sacre ragioni della Sicilia ha fatto pure il suo bravo bagnetto nel trash. Hic genuflectur. Ma ieri, ahimè, si è distratto un momento dall’impegno contro l’epidemia. E lo ha fatto per acquisire al patrimonio della Regione le Terme di Acireale, un rudere da ristrutturare e da collocare poi sul mercato nella speranza che ci sia un privato in grado di tirare un carrozzone come questo fuori dalla palude. Per carità, Musumeci è catanese e Acireale è comprensibilmente nel suo cuore. Ma non avrebbe fatto molto di più per la Sicilia se avesse impiegato quel tempo..

Quelli che intanto
stanno sui divani

Era una marchetta elettorale, un vergognoso e spudorato voto di scambio. Ma loro, i grillini, lo avevano contrabbandato come la rivoluzione che avrebbe portato migliaia e migliaia di disoccupati alla conquista di un posto di lavoro. Ma di lavoro non ce n’era prima, non ce n’è ora e, con la crisi del coronavirus, non ce ne sarà nemmeno per gli anni a venire. Dispiace dirlo, ma con il reddito di cittadinanza i Cinque stelle hanno creato un esercito di privilegiati, comodamente distesi sui divani di casa, ai quali lo Stato consegna mensilmente un assegno di oltre settecento euro. E agli altri? Che cosa darà lo Stato a quelli che invece si alzavano ogni mattina per portare un tozzo di pane a casa e ora non hanno più dove sbattere la..

Dai lutti corali di Sicilia alla morte nuda di Bergamo

Né fiori né parenti in lacrime. Solo la preghiera di un monaco sulle bare accatastate nei camion. I riti gelidi del coronavirus visti da due musicanti che hanno vissuto nell'Isola la teatralità del lutto. Un articolo per "Il Foglio"

Ma la D’Urso non serve
a fronteggiare il disastro

A vederlo girare per televisioni sembra che il governatore Musumeci sia stato contagiato dallo stesso virus che ha colpito il sindaco di Messina, Cateno De Luca. E’ il virus dell’apparire. E di illudersi che basta una comparsata da Barbara D’Urso per credere e far credere che si è fatto tutto quello che c’era da fare. Invece no. C’è da gestire l’ordinaria amministrazione e c’è soprattutto da attrezzare questa povera Sicilia per i giorni ancora più neri, quando saremo chiamati a verificare le devastazioni sociali provocate dall’emergenza. La Regione non ha più un euro e prevedeva già, prima del coronavirus, un bilancio di lacrime e sangue. Anziché andare dalla D’Urso non sarebbe più utile e più urgente bussare a Palazzo Chigi e tentare di azzerare parte dei debiti che ci soffocano..

Quelli che usano
la foglia di fico

"Ma chi poteva prevedere questo disastro?". E’ la foglia di fico che di fronte all’emergenza va per la maggiore. Serve alla politica per giustificare i propri ritardi e le proprie ruberie. E serve a tutte quelle aziende – come Fastweb per esempio – che avrebbero dovuto assicurarci un servizio e invece vanno puntualmente in tilt. Pensate agli impiegati regionali costretti a lavorare in ufficio, con tutti i pericoli del caso, perché chi ne aveva la responsabilità non ha saputo attrezzare, prima del coronavirus, un sistema di smart working che consentisse il lavoro da casa ed evitasse rischiose presenze in ambienti non ancora sanificati. Già, nessuno poteva prevedere il disastro. Ma prima o poi si dovrà identificare il figlio di puttana che, per un gioco di potere, ha smantellato Sicilia Digitale,..

E’ sbarcato in Sicilia
il vescovo Giansenio

E’ difficile stabilire se la chiusura domenicale imposta da Nello Musumeci ai supermercati sia stata una decisione saggia e, soprattutto, efficace. Di certo il Governatore ha agito con l’obiettivo di alzare un argine alla diffusione del coronavirus in terra di Sicilia. Resta il fatto però che l’ordinanza – in contro corrente rispetto ai decreti del governo nazionale – ha finito per seminare nuove timori e ha costretto la gente a interminabili code, sabato, pur di accaparrarsi viveri e generi di prima necessità. Un altro sacrificio, pazienza. Affiora tuttavia un dubbio. Che stia facendosi strada una sorta di giansenismo, quasi una mistica del rigore. Provate a rileggere Giansenio. La sua teologia muoveva dal principio che nell’animo di ogni uomo ci fosse una tendenza alla perversione. E lui, da vescovo, voleva raddrizzare..

Dove ci porterà
la retorica del rigore

Nei tempi neri del flagello ogni rigore è sacrosanto. Attenti però a non impupare obblighi e doveri con il vestitino della retorica; o, peggio, del fanatismo. Che Nello Musumeci, governatore della Sicilia, si preoccupi di frenare con tutti i mezzi l’avanzata del coronavirus ci sta, eccome. Con un piccolo sforzo si può anche accettare la mobilitazione dell’esercito o la stretta sull’orario dei negozi e sulle passeggiate sotto casa, con o senza cane. Ma che senso ha scrivere in una ordinanza che per fare la spesa al supermercato si può scendere solo una volta al giorno? Chi controllerà la signora che ha fatto una scorta di pasta ma ha dimenticato di prendere l’olio e torna indietro? Stiamo attenti con la dittatura del virus. Perché, di restrizione in restrizione, finirà che non..

La divina onnipotenza
di Grillo e dei grillini

Volevano la decrescita felice e siamo a distanza di un metro dal camposanto. Volevano manette per tutti, presunti colpevoli e presunti innocenti. E hanno messo agli arresti domiciliari cinquanta milioni di italiani. Volevano il reddito di cittadinanza per le fasce più estese. E da domani, causa coronavirus, avremo masse oceaniche di disoccupati ai quali garantire la sopravvivenza. Volevano la nazionalizzazione di quel disastro chiamato Alitalia e siamo lì per lì. Volevano una democrazia digitale governata da Rousseau, un sistema tenuto in mano dalla Casaleggio Associati. E il Parlamento è alle soglie di una decisione epocale: per prevenire i contagi, deputati e senatori sostituiranno i lavori d’aula con uno smart working inventato apposta per loro: da Davide Casaleggio, va da sé. Volevano cambiare il mondo e abbiamo già un nuovo Dio:..

Gerenza

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