Giuseppe Sottile

La brava Spatafora
e il rozzo Musumeci

Nello Musumeci non ha saputo fare nemmeno il rimpastino dei Beni culturali, figurarsi che cosa succederà da qui a poco quando dovrà mettere mano al rimpasto del suo governicchio. Francesca Spatafora è una di quelle persone che onorano la Sicilia: colta, impegnata, sensibile. Ha retto con competenza il museo Salinas di Palermo e ne ha fatto un centro di riferimento per la cultura archeologica. Al punto che Sebastiano Tusa, l’assessore scomparso tre mesi fa in un disastro aereo, puntava su di lei per completare l’esposizione dei reperti. Un sogno spezzato. Perché Musumeci ha deciso di rimuoverla e di destinarla al parco dell’Himera. Lo ha fatto senza consultarla. Le ha notificato il trasferimento a mezzo stampa. Con una rozzezza che non rende onore né al professore Tusa né a quei siciliani..

L’inutile rimpastino
dei Beni Culturali

Prima di passare al rimpasto del suo governicchio il presidente della Regione ha voluto deliziare parenti e amici con un rimpastino di sottogoverno. Da assessore ai Beni Culturali, ha preso i parchi archeologici e ne ha fatto un gioco di società: il dirigente che era di qua passa di là e quello che era di là passa di qua. Una contraddanza puntualmente spacciata per rivoluzione. Sempre nella convinzione, va da sé, che il popolo dei siciliani sia fatto di buzzurri ai quali si può contrabbandare qualsiasi minchiata per verità. Un esempio potrà chiarire. Il sovrintendente che fino a ieri ha fatto a Ragusa il bello e cattivo tempo, viene trasferito al ricco parco di Siracusa. Lui, il sovrintendente, vedrà nel trasferimento una punizione. Ma il Governatore gli dirà che è..

L’implacabile pugno
della Corte dei Conti

Con l’arrivo di Esterina Bonafede alla sovrintendenza dell’Orchestra sinfonica, il popolo dei siciliani onesti ha potuto finalmente constatare che la Corte dei Conti esiste e lotta insieme a noi. La procura della magistratura contabile non ha perso tempo e a poche ore dalla nomina ha ordinato alla Guardia di Finanza di bussare in via Turati e farsi consegnare il dossier sulle spese pazze sostenute dalla medesima Bonafede durante il suo precedente regno al vertice dalla Fondazione. Il procuratore Gianluca Albo può andare fiero: l’azione del suo ufficio è stata veloce, implacabile, fulminante. C’è da stare certi che il pugno di ferro scatterà anche per smascherare un vecchio e nascosto intrigo: quello che ha consentito a un clan di avventurieri di incassare, estero su estero, 91 milioni della Regione per un..

Il gaga se ne’ ghiuto
e soli ci ha lasciato!

Nel 1947, dopo un’aspra polemica sull’egemonia culturale, Elio Vittorini sbatte la porta e abbandona il Pci. Ma Palmiro Togliatti non si scompone e gli risponde su Rinascita con un titolo spocchioso e irridente: “Vittorini se ne’ ghiuto e soli ci ha lasciato!”. La tentazione di scimmiottare quel titolo si è affacciata ieri di fronte alla notizia che Sandro Pappalardo, il gaga del Turismo, ha lasciato il governo Musumeci. Ma sarebbe stato come rendere onore a un personaggio che in un anno e mezzo di presenza al vertice dell’assessorato ha fatto solo danni. Si pensi al colpo di mano contro Orchestra sinfonica: ha defenestrato un sovrintendente di valore per piazzare, dopo sei mesi, una scartina di sottogoverno. O alla piritollagine che lo ha spinto a regalare undici milioni al gruppo Cairo..

Il Trojan del sospetto affossa il Csm

Quale sorte toccherà ai povericristi quando la Santa Inquisizione del Trojan andrà a giustiziare vecchi e nuovi nemici dell'onestà-tà-tà?

Sugli sporchi arbitrati
forse un filo di luce

Maria Mattarella, segretario generale della Regione, avrebbe già richiesto agli uffici il fascicolo dello scandalo dove sono ben nascosti gli atti relativi ai due arbitrati in base ai quali un clan di avventurieri – capitanati da Enzo Bigotti, arrestato poche settimane fa per corruzione in atti giudiziari – pretende altri 49 milioni in aggiunta ai 91 già versati dalla Regione, in un paradiso fiscale, per un censimento dei beni immobili che nessuno però ha mai visto. Due sporchi arbitrati, si scriveva qui l’altro ieri. Sui quali il governo Musumeci ha steso una coltre di pesantissima omertà. Ora si tratterà di vedere chi sono i professionisti incaricati di affrontare la vertenza; e di capire quale indirizzo avrebbe suggerito Palazzo d’Orleans per respingere le richieste di Bigotti e dei suoi complici. Le..

I giochi proibiti
di un tragediatore

Ma avete visto che divertimento quando il bullo si veste da statista? Con la mascella impomatata e la pochette nel taschino si aggira lungo i corridoi di Palazzo d’Orleans con l’aria del padroncino che ne sa sempre una in più del diavolo. Va a Roma e al ritorno fa credere al disarmato Musumeci che i conti sono apposto, che il ministro Tria ci consentirà di spalmare il disavanzo di mezzo miliardo in trent’anni e che presto ricominceremo a spendere a destra e a manca. Il Governatore ci crede e lui tira a campare. Poi apre la questione dei vitalizi e, per arruffianarsi i grillini, fa sapere che se il presidente dell’Ars, Miccichè, non farà subito i tagli lo Stato darà alla Regione settanta milioni in meno del dovuto. La penalizzazione..

Quello sporco affare
e il sonno della Regione

Repubblica ha scoperchiato uno scandalo: la Regione ha pagato, estero su estero, 91 milioni a un clan di avventurieri per un censimento dei beni immobili che nessuno ha mai visto. Buttanissima ha poi rivelato che sono in piedi due arbitrati sui quali il governo Musumeci ha steso una coltre di omertà: non si trova traccia nei cosiddetti siti della trasparenza e non si sa quale indirizzo abbia dato Palazzo d’Orleans ai suoi arbitri per contrastare la pretesa avanzata, dai medesimi avventurieri, di arraffare altri 49 milioni oltre ai 91 già incassati in un paradiso fiscale. Brutta e sporca storia. Nella quale però nessuno vuole metterci mano. Né la segreteria generale, che avrebbe dovuto quantomeno recuperare il fascicolo; né la procura della Corte dei Conti, né la Commissione antimafia. Segno che..

Gerenza

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