Giuseppe Sottile

Le rovine di Palermo

Che fine ha fatto la rivoluzione annunciata trent'anni fa da Leoluca Orlando. Viaggio tra magnificenze e degrado

Musumeci ha creato
la Sicilia del “boh”

Chi è l’uomo che sovrintende sull’Orchestra sinfonica? Boh. Chi è il manager chiamato ad amministrare le aree industriali dell’Irsap? Boh. E chi governa sulle autostrade siciliane: appartengono ancora al Cas o sono già transitate all’Anas? Boh. E le tasse di noi poveri abitanti di questa terra sono ancora appannaggio di Riscossione Sicilia o sono state già appaltate a Equitalia? Boh. E l’Ente di sviluppo agricolo, meglio conosciuto come il più immondo carrozzone clientelare dell’era democratica, è stato già raso al suo suolo o continua a macinare soldi come tutti gli altri carrozzoni del regno? Boh. E Sicilia Digitale, che avrebbe dovuto rilanciare l’informatica universale, avrà ancora un ruolo o tutti gli investimenti passeranno all’Agenda Digitale, in pieno accordo con i boiardi romani? Boh. Ma in questo mondo di certezze, il..

Una Buttanissima
di zucchero e miele

Oggi per noi di “Buttanissima” è un giorno di paradiso. A fine gennaio abbiamo tagliato un traguardo strabiliante che ci appaga e ci commuove: abbiamo totalizzato due milioni di pagine viste. E se pensiamo che questo giornaluccio ha appena sette mesi di vita, sincerissimamente ci gira la testa. Siamo così felici e gaudiosi che vorremmo quasi recitare una di quelle poesie di zucchero e miele che ci insegnavano alle scuole elementari: “C’erano tante rose affacciate a una finestra che ridevano come spose preparate per la festa”. Certo, dobbiamo anche ammettere che non tutte le rose vogliono far festa. Perché nel giardino che ci circonda – che è quello della politica – ci sono i bulli, i gagà, le mezze calzette: tutta gentuzza, che quotidianamente è costretta a sopportare la nostra..

Musumeci e il mistero
del capro espiatorio

Ma che ha fatto di male l’assessore Mariella Ippolito? Quale colpa o quale peccato ha accumulato agli occhi di Nello Musumeci per essere sacrificata come capro espiatorio sull’altare della politica politicante? Ha rubato? No. Sbaglia solitamente i congiuntivi? No. Ha fatto un disdicevole eruttino durante un pranzo di gala? No. Sincerissimamente, siamo di fronte a un mistero. E dire che l’onesto Musumeci ne avrebbe assessori da prendere a calci perché incapaci di scrivere un decreto o di preparare una legge di bilancio: c’è il bullo impomatato, quello che ha preso per il culo Silvio Berlusconi con la storiella degli indignati; c’è il gaga del Turismo che, con l’impeto di un balilla, ha fatto il buco all’Orchestra sinfonica e ora non sa come tapparlo. Ma tant’è. Il conto per tutti lo..

La pacchia è finita
anche per i bulli

Il bullo numero uno, Matteo Salvini, si è sgonfiato l’altro ieri quando il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto al Senato l’autorizzazione a processarlo per sequestro di persona, pena prevista da tre a quindici anni. Di colpo il truce ministro dell’Interno ha perso la spocchia dei giorni precedenti e, come un guappo di cartone, ha supplicato i Cinque stelle, suoi alleati di governo, di non consegnarlo nelle mani dei magistrati. Sarà pure una coincidenza ma si sta sgonfiando anche il bullo nostrano, l’impomatato di Palazzo d’Orleans, quello che ha fatto credere a Berlusconi di essere un mago dell’economia e della finanza. Messo alla prova della prima legge di Bilancio ha abborracciato quattro cifre inconcludenti e incomprensibili, costringendo l’Ars a penose acrobazie e il presidente Musumeci a figuracce meschine. La..

Le reliquie della Regione
nelle mani del diavolo

Nello Musumeci dice che pur di fare cassa la sua squattrinata Regione ha deciso di mettere sul mercato alcuni beni di famiglia: non proprio i gioielli ma alcuni edifici altrimenti destinati al degrado. Lo dice con l’aria santimoniosa di un vecchio canonico costretto da un’improvvisa avversità a svendere le reliquie raccolte nel tempo. Ma, pure nella povertà del patrimonio, il governatore riciccia l’ipotesi di affidare la vendita a un fondo immobiliare: che poi è la strada vecchia e limacciosa seguita, negli anni del peggiore lombardismo, da un traffichino arrogante e impunito che ancora svolazza, con ali da pipistrello, lungo i corridoi di Palazzo d’Orleans. Su quegli svolazzi è in piedi un’inchiesta della magistratura. Ma il sonnacchioso Musumeci fa finta di non ricordarsene. E tenacemente persevera nel proposito di mettere le..

Musumeci, Miccichè
e un bullo in mezzo

Le sibille cumane del politichese si divertono a ipotizzare uno scenario di divisione, di strade che si biforcano: da un lato Nello Musumeci che, con la sua “Diventerà Bellissima”, sceglie di andare con Giovanni Toti, governatore della Liguria, per costruire insieme un trono di centrodestra da cedere a Matteo Salvini, finalmente strappato all’abbraccio con i Cinque Stelle; dall’altro lato Gianfranco Miccichè, con quel che resta di una Forza Italia che non vuole lasciarsi contaminare dal sovranismo becero del truce leader leghista. Resta da capire chi, nella spartizione dei beni, prenderà a proprio carico il bullo di Palazzo d’Orleans: quella macchietta della politica che crede di essere l’incarnazione di Silvio Berlusconi in Sicilia. Forse lo cederanno consensualmente a Christie’s. Per metterlo all’asta come un corpo mistico da incuneare tra tempo ed..

Come sono strabici
i nostri intellettuali

Ma dove sono finiti tutti gli intellettualini che si sono strappati i capelli per Roberto Alajmo? Dove sono finiti gli avanguardisti di pronto intervento che hanno difeso a spada tratta il direttore del teatro Biondo, ma sempre bene attenti a non nominare invano il nome di Leoluca Orlando che, del licenziamento di Alajmo, è il maestro compositore e direttore d’orchestra? Sotto Natale l’assessore regionale Sandro Pappalardo, meglio conosciuto come il gaga del Turismo, ha dato il benservito a Giorgio Pace, soprintendente della Sinfonica, con il preciso intento di sostituirlo con Esterina Bonafede, un rudere del crocettismo finito sotto la protezione di un partito inesistente: l’Udc. Ma per i piccoli sacrestani della cultura il gesto selvaggio di Pappalardo non è stato degno neppure di una parola: vapori di cipria e profumo..

Palermo è un paradiso
Che schiaffo per Salvini

"Vuote le mani, ma pieni gli occhi del ricordo di lei”. Ti veniva in mente questo verso di Ibn Hamdis sabato sera mentre guardavi su Rai Uno lo speciale di “Petrolio” dedicato alla rinascita di Palermo. Hamdis, raffinatissimo poeta arabo, fu costretto dall’arrivo dei normanni a lasciare la Sicilia e travasò in quel verso tutto il suo amore per la terra perduta. Duilio Giammaria, conduttore di “Petrolio”, ha raccontato una Palermo da paradiso terrestre: un’oasi di accoglienza e di convivenza; una città del mondo piantata nel cuore della Conca d’oro per abbracciare e integrare tutti i cittadini del mondo; quasi un eden – “l’intervallo tra la Creazione e il peccato originale”: così amava immaginarlo Giraudoux – da sbattere in faccia al truce Salvini che vuole invece chiudere i porti. Un..

Gerenza

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