Giuseppe Sottile

Onorevole Chinnici,
dica una parola…

Vi siete chiesti perché Caterina Chinnici, figlia prediletta dell’antimafia dialogante, non abbia ancora fatto irruzione sul palcoscenico della politica? Vi siete chiesti perché una donna, con la sua tempra e la sua storia, si ostini a non intervenire nel dibattito interno a Forza Italia? Da quando Renato Schifani l’ha strappata al Pd e l’ha arruolata tra i berluscones se ne sta tenacemente muta, alimentando il sospetto che si farà viva solo quando ci sarà da incassare una candidatura blindata alle prossime europee. Del resto le occasioni per un severo richiamo alla legalità e alla trasparenza in questi cinque mesi non sono mancate. E continuano a non mancare: il governo della Regione fa acqua da tutte le parti e Forza Italia rischia di trasformarsi in un circoletto dove si amministrano solo..

Il muro del pianto
dell’ex Forza Italia

Prima si sono impossessati del partito e lo hanno trasformato in una “privativa” dove Renato Schifani riveste il ruolo del “principale” e Marcello Caruso quello del ragazzo di bottega. Poi hanno imbarcato un avvocato d’affari con tutte le sue lobby e hanno trovato uno strapuntino anche per impostori, pagnottisti e traditori. In dieci mesi, insomma, hanno trasformato Forza Italia in una riserva per chiunque avesse da barattare la dignità con un posticino da trenta denari. E quando si sono accorti di non avere più credibilità nel mondo che fu di Silvio Berlusconi, hanno cominciato a piagnucolare e a strapparsi le vesti. Ora accusano il segretario, Antonio Tajani, di averli condannati alla marginalità. Ma quale leader darebbe mai fiducia a una confraternita che spaccia per partito politico un baraccone dove la..

C’è Wordsworth
a Palazzo d’Orleans

Era il 1804 quando William Wordsworth dedicò un’ode ai narcisi, The Daffodils, fiori di incanto e nostalgia. Sono passati più di due secoli e il romanticismo del grande poeta inglese non è scomparso. Sopravvive nel cuore dei deputati regionali di Forza Italia. I quali, con la stessa devozione, hanno scritto una lirica a Renato Schifani, il Grande Narciso, per invitarlo a darsi, come orizzonte, la conquista del partito che fu di Silvio Berlusconi, con l’inevitabile cacciata di Antonio Tajani, l’indegno usurpatore. Wordsworth piangeva nel vedere i narcisi appassire al tramonto del sole. Gli azzurri di Sicilia invece piangono nel vedere l’immenso Schifani relegato nelle angustie di Palazzo d’Orleans. Credono che la Sicilia, incrostata da mille problemi, sia ormai per lui una palla al piede. E vogliono mettergli le ali. Vola,..

Scende in campo
l’uomo del miracolo

Segnatevi la data: lunedì prossimo, 4 settembre, sarà il giorno della rivoluzione. La politica cambierà improvvisamente rotta e per la Sicilia si apriranno di colpo gli orizzonti della prosperità economica, della pace sociale, dei diritti civili. Il sol dell’avvenire bacerà finalmente questa terra flagellata dalle liti e dalle faide tra i partiti della maggioranza. Nulla sarà più come prima. I balilla non traccheggeranno più con il turismo e i bulli non garantiranno più coperture agli avventurieri che vorranno stringere affari con la Regione. Renato Schifani chiuderà la lunga stagione dei rancori e per il centrodestra sarà tutta una nuova vita. Signori, preparatevi al miracolo: lunedì scenderà in campo, con la forza della propria storia e delle proprie idee, Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia. Un leader carismatico. Metterà tutti..

Le voci bianche
della competenza

Ma non vi appassionano questi partiti della maggioranza che in coro – un coro di voci bianche – si strappano le vesti per invocare competenza? Non vi eccita Marianna Caronia che, dopo mille cambi di casacca, si è convertita al rigore della politica e ora predica il principio secondo il quale non può esserci nomina di sottogoverno senza una robusta professionalità del cliente designato? E non vi manda in delirio la svolta furbesca di Renato Schifani che, dopo avere fatto strame di ogni merito e di ogni decenza, si è travestito da benpensante per declamare, senza rossore, il valore aggiunto di un professore universitario rispetto a un galoppino elettorale? Dimenticando, va da sé, che in otto mesi di governo lui ha piazzato solo amici, confratelli e anche un pagnottista censurato..

L’ossessione
di un presidente

Se la Sicilia affoga in un mare di escrementi a Renato Schifani non frega proprio nulla. Se la Regione è costretta a pagare 2,5 milioni al mese di multe per i ritardi e le inadempienze nella realizzazione dei depuratori al presidente della Regione non importa un fico secco. Perché a lui – a quest’uomo divenuto governatore per grazia ricevuta – importa solo delle nomine. Diciamolo: è ammalato di sottogoverno. Si esalta quando alle porte di Palazzo d’Orleans bussa un cliente, un lecchino o un questuante. E si inebria quando, sullo scacchiere degli incarichi, intravede la possibilità di inserire un suo fraternissimo amico, anche se chiacchierato o inseguito dalle magistrature di mezzo mondo. Ma guai se, come nel caso dei depuratori, le nomine vengono fatte dal governo nazionale. Perché va fuori..

Tra gli scandali
e lo scaricabarile

Le staffilate di oggi non arrivano da questo giornaluzzo d’opposizione. No. Oggi il dito puntato contro il governo di Renato Schifani è quello di Repubblica e del Giornale di Sicilia. I quali sollevano due scandali che gridano vendetta. Repubblica apre con un titolo – “Il mare sporco della politica” – che dovrebbe suscitare un po’ di rossore non solo sul viso del governatore ma anche sulla faccia dei suoi assessori. “La Regione – si legge – paga 2,5 milioni al mese di multe per i depuratori non fatti. Eppure il centrodestra diviso non riesce da maggio a nominare il commissario per le opere”. Il Giornale di Sicilia alza invece la pietra della sanità e scopre l’insostenibile pesantezza delle liste d’attesa. Schifani, manco a dirlo, convoca i commissari delle Asp. Teste..

Ode a Marcello
il re Travicello

Evviva. Anche Marcello Caruso – che, sulla carta, è il coordinatore regionale di Forza Italia – ha detto la sua sull’apertura del partito alle altre forze moderate, in vista delle elezioni europee. Caruso, si sa, ha licenza di parlare, ma in seconda battuta. La prima battuta spetta sempre e comunque a Renato Schifani che, in quanto presidente della Regione, è il suo datore di lavoro. Caruso è l’eterno secondo: può anche avere un pensiero, ma prima di esternarlo deve chiedere il nulla osta al “principale”. Caruso è una finzione: può anche scrivere una lettera a un alleato ma dopo avere concordato il testo con Schifani. Caruso è un prestanome: può anche nominare un coordinatore a Trapani o nel più piccolo comune della Sicilia, ma deve semplicemente ratificare il nome scelto..

La Palermo infelicissima
che nessuno aveva visto

Leggo da Repubblica: “Basta il primo passo dentro piazza Caracciolo per chiedersi quale sia il motivo per cui alla Vucciria tutto è consentito. Alcolici venduti a ragazzini da ambulanti abusivi, spaccio di droga nella stradina buia che porta in piazza Garraffello e musica sparata a tutto volume fino alle 3 di notte senza che ci sia una sola auto delle forze dell’ordine in zona”. Già. Ma, a parte la latitanza di polizia e carabinieri, dove sono stati in quest’ultimo anno i responsabili del Comune? Dov’è stato Maurizio Carta, assessore ai vigili urbani e alla “rigenerazione” del centro storico? Lo ricorderete certamente: nei giorni del Festino, assegnato con una gara farlocca ai comparucci della parrocchietta, piritolleggiava dal Cassaro alla Marina mostrando l’immagine di una Palermo felice. Era la Palermo infelicissima che..

La beata Carolina
che vede la Madonna

So di urtare la sensibilità di Carolina Varchi, vice sindaco di Palermo e punta di diamante di Fratelli d’Italia. So di turbare la sua mistica meloniana e di intaccare, all’un tempo, le sue certezze sul potere salvifico e taumaturgico di quella Giorgia che ogni giorno le appare, come la Madonnina di Lourdes, per essere adorata e immortalata in un selfie. Ma quel mascalzoncello di Matteo Renzi ha espresso un giudizio sulla Santissima e Veneratissima Presidente del Consiglio che, per gli uomini di questo mondo, è difficile non condividere: “Ha vinto le elezioni con la coerenza ma governa con l’incoerenza. Ha detto “basta accise” e le ha aumentate. Ha detto “blocco navale” e gli sbarchi sono raddoppiati. Ha detto “cambierò l’Europa” e l’Europa ha cambiato lei. La Giorgia dei video di..

Gerenza

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