Giuseppe Sottile

Questioni di sanità
tra teatrino e realtà

Benvenuti al tavolo delle tre carte apparecchiato dal presidente della Regione, Renato Schifani, per decidere l’unica cosa che gli sta a cuore della sanità siciliana: le nomine. Primo quiz: al vertice della Asp bisognerà nominare dei commissari che poi diventeranno manager o dei manager da trasformare in commissari? E dov’è nascosto il tesoro: sotto la carta degli “idonei” o dei “maggiormente idonei”? E che ne sarà della proposta di risolvere tutte le ambizioni e le liti dei partiti con un sorteggio, proposta avanzata da Totò Cuffaro, regista occulto di ciò che si cucina a Palazzo d’Orleans? In attesa che gli invitati al banchetto risolvano i quiz, non potrebbe Schifani spiegare per quale mistero l’Asp di Palermo non paga da maggio le strutture convenzionate? Ci provi, governatore. Provi per una volta..

Volevano essere
Pasqualino Monti

Erano tutti lì, venerdì sera, a far finta di essere bravi ed efficienti come Paqualino Monti, il presidente dell’Autorità portuale che in cinque anni ha costruito il Molo Trapezoidale di Palermo: un’isola di bellezza dentro una città perduta, abbandonata, sfregiata. C’era Matteo Salvini, il vicepremier che agita la grande opera del Ponte sullo Stretto e dimentica che la Sicilia ha urgenza soprattutto di infrastrutture ordinarie come le strade o i collegamenti con le isole minori. C’era il sindaco Roberto Lagalla, che non riesce a fronteggiare nessuna emergenza: né quella del traffico né quella, ancora più sconcia e maleodorante della spazzatura. E c’era pure il presidente della Regione, Renato Schifani, l’uomo delle feste malinconiche a Palazzo d’Orleans, intrappolato da dieci mesi nelle sue trame di politico politicante. Sì, volevano essere tutti..

Regione, benvenuti
alla festa del narciso

Ieri la Regione ha dato due feste. La più istituzionale si è tenuta nei giardini di Palazzo Reale: l’ha voluta il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, per rendere omaggio alle personalità che partecipano a un convegno nazionale sulla giustizia contabile; convegno organizzato dal presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, e che oggi vedrà l’intervento conclusivo del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Al ricevimento di Galvagno mancava però il presidente della Regione, Renato Schifani, il quale ha pensato bene di organizzare, in contemporanea, una “contro festa” nei giardini di Palazzo d’Orleans per inaugurare un premio intestato a Giuseppe Alessi, padre dell’Autonomia siciliana. Il governatore, si sa, è un narciso; e difficilmente avrebbe sopportato, in un’occasione così prestigiosa, di essere un semplice ospite in casa d'altri. A ciascuno la sua festa.

L’orizzonte del governo
è la bottega di Cuffaro

Doveva essere un servizio pubblico a disposizione dei cittadini, dei pazienti, delle fasce più deboli. Doveva garantire a tutti, indistintamente, il fondamentale diritto alla salute. E’ diventato invece un sordido terreno di gioco a disposizione del potere politico. Povera sanità siciliana. L’hanno trasformata in una palude che brucia ogni anno nove miliardi di euro. Mancano medici e infermieri. Per sistemare le pareti di un pronto soccorso o ampliare il reparto di un ospedale ci vogliono anni. Servirebbe un governo agile, efficiente, con un progetto di ampio respiro. Invece c’è un governicchio – quello presieduto da Renato Schifani – che amministra solo le sue ambizioni e le sue clientele, che si lacera e si dispera non per le scandalose liste di attesa ma per le nomine dei direttori delle Asp, che..

Lombardo si tira fuori
lo rimpiazza Genovese

Raffaele Lombardo si è tirato fuori: la Confraternita dei Mascariati – sulfurea definizione del Foglio – gli stava stretta. Non gli apparteneva. Proverà a giocarsi la partita delle “europee” con la Lega di Salvini. Intanto ha lasciato con le spalle nude i due ex alleati, Renato Schifani e Totò Cuffaro. Ai quali non resta che cercare altrove i voti necessari per evitare una debacle all’appuntamento elettorale del giugno 2024. Il leader della Dc ha già pescato tre nuovi proseliti ad Agrigento, mentre il governatore sta contrattando il rientro in Forza Italia di Luigi Genovese, trombato alle ultime regionali e in disamore con Lombardo che lo aveva ospitato nelle liste del Mpa. Il giovane Luigi, ricordiamolo, è figlio di quel Francantonio Genovese che fu costretto a chiudere la carriera politica per..

Schifani, Chinnici
e la politica dei silenzi

Non siamo moralisti né moralizzatori ma ogni tanto, di fronte al degrado della politica siciliana, ci piacerebbe sentire una voce onesta proveniente dalla società civile. Ma quella voce non c’è. O, se c’è, preferisce tacere. Abbiamo tante volte invocato una parola di verità e giustizia da parte di Caterina Chinnici, la figlia prediletta dell’antimafia, passata recentemente dal Pd alla grande casa di Forza Italia; e abbiamo fatto appello al suo rigore, alla sua storia, ai suoi valori. Ma niente. Abbiamo illustrato per lei, e per la sua sensibilità, i dettagli dei tanti scandali che si sono accumulati in questi mesi alla Regione: dal grande bluff di SeeSicily agli sporchi affari di Cannes, fino agli azzardi del Bellini Context. Ma non c’è stato verso. Tace il governatore Schifani e tace, di..

L’ossessione di Schifani:
moltiplicare le poltrone

Renato Schifani, presidente della Regione per grazia ricevuta, non ha altra ossessione se non la moltiplicazione delle poltrone. Vuole risuscitare le province per avere almeno trecento posti da assegnare ad amici e clienti. E, come se non bastasse, si è inventata una riforma della sanità che dovrebbe consentirgli di dilatare il numero dei manager e dei direttori amministrativi. Non solo. Ha una fretta indicibile. Vuole chiudere gli accordi in tempo utile per mettere le poltrone a frutto in vista delle elezioni europee di giugno. Pensate: poiché l’ossessione è peggio della malattia, ieri è andato a inginocchiarsi davanti allo stato maggiore di Fratelli d’Italia e, manco a dirlo, ha pure baciato le mani del Balilla che, nei giorni dello scandalo SeeSicily, lo aveva pesantemente insultato e sbeffeggiato. Mai vista una faccia..

Il magnifico Rettore
e i magnifici pagnottisti

Il rettore all’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, è uomo di spirito. I giornali lo hanno sbattuto in prima pagina ma lui troverà certamente il modo per rintuzzare le accuse che gli vengono mosse: rimborsi d’oro per oltre due milioni in cinque anni; fondi per la ricerca dirottati nell’azienda agricola di famiglia. Dirà che si tratta di maldicenze e che la valanga di denaro finita nelle sue tasche era frutto di una contabilità creativa, inventata da chissà quale fantasista dell’Ateneo. Meglio lasciare ai magistrati il compito di accertare la verità. A noi piace ricordarlo come un rettore altruista e generoso. Pensate: ha messo alcuni locali dell’Università a diposizione di una confraternita di pagnottisti che, con la scusa di assicurare stampa e propaganda, grattano soldi agli enti pubblici: da Taormina Arte al..

Viva la comunicazione
Abbasso l’informazione

Ogni giorno sulla prima pagina de La Sicilia di Catania compare un talloncino con su scritto un numero. Quello di ieri era il 96. Indicava “i giorni di attesa dei lavoratori de La Sicilia di tre stipendi maturati”. Ogni giorno i lavoratori di via Odorico da Pordenone lanciano un appello: l’editore non ce la fa più, noi non molliamo, qualcuno venga a salvarci. Chi? Il sindacato avrà fatto la sua parte; avrà detto una parola pure l’Ordine dei giornalisti, ma le chiacchiere stanno a zero. Certo, ci sarebbe la Regione: con gli sfarzi e i soldi che spesso nessuno sa come spendere. Ma dalle parti di Palazzo d’Orleans l’informazione viene quasi sempre confusa con la comunicazione. Per la quale invece non si bada a spese. Si regalano milioni ai colossi..

Gerenza

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