Le piccole battaglie quotidiane, le grandi scommesse di sogni infranti, l’antimafia prêt-à-porter, il gioco di specchi della politica, le promesse e le disillusioni. “Butterfly Blues”, che proponiamo domenica 8 agosto alle 21,30 allo Spasimo di Palermo, è il canto dolente di una generazione che voleva cambiare il mondo e invece si è accapigliata solo per cercare qualcuno su cui scaricare le sue stesse colpe. Nata come monologo sulle note di due pianoforti, in occasione di Piano City Palermo 2019, oggi “Butterfly Blues” è un’opera corale di voce, danza e musica che racconta chi siamo e soprattutto chi non diventeremo mai.

Lo spettacolo, a mio parere, ha anche un valore intrinseco che non dipende dalla qualità del nostro lavoro (quella la giudicherete voi) ma dalle forze vettoriali che in qualche modo convergono in questo progetto: il Brass Group che mette il cappello sull’evento, il Teatro Massimo che è un primo motore immobile di questo gruppo di lavoro, Piano City per cui quest’opera è nata. Butterfly Blues è una sorta di omaggio a Palermo, in un momento in cui è importante ricordare – come dice il nostro protagonista – che il tempo non torna e non perdona.

Il gruppo che lo porta in scena è collaudato, dato che è lo stesso che ha portato l’innovazione dell’opera-inchiesta al Teatro Massimo di Palermo, con le “Parole Rubate” e “I traditori”, indagini sui misteri delle stragi di mafia del 1992, e che adesso torna con uno spettacolo che – almeno nelle nostre intenzioni – non lascia spazio a fraintendimenti: c’è una storia da raccontare, una vicenda di amore e depistaggi, di sesso e informazione, di speranza e disperazione. Ed è una narrazione che non fa sconti. Dall’avvento del telefono agli inizi del ‘900 alla politica che governa coi clic sui social, dal potere del più importante sito porno del mondo agli effetti del compromesso storico con le sue “convergenze parallele”, dalla moltiplicazione dei processi sulla strage Borsellino al fallimento dell’antimafia chiodata che ha alimentato più carriere che speranze sociali, “Butterfly Blues” è la fine di un alibi per una generazione che si è costretta a vivere vite estranee. È soprattutto il tentativo di risposta alla domanda: cosa sarebbe successo se ci fossimo svegliati in tempo per guardare le cose in modo diverso, prima di dare la colpa a un altro?

Butterfly Blues

di Gery Palazzotto

Interpretato da Gigi Borruso

Musiche scritte e eseguite da Marco Betta, Vito Giordano, Fabio Lannino e Diego Spitaleri

Coreografie di Alessandro Cascioli eseguite da Alessandro Cascioli e Yuriko Nishihara