Si scrutano da lontano, ma ancora non si parlano Matteo Renzi e Carlo Calenda. Lo faranno a breve, non oggi, assicura chi è loro vicino, ma sulle basi della trattativa è ancora tutto nebuloso. All’indomani della scelta del leader di Azione di salutare Enrico Letta, i renziani continuano a tendergli la mano in vista delle elezioni del 25 settembre. A patto, però, che Calenda dica sì al listone unico con Iv e la Lista civica nazionale di Federico Pizzarotti. “Siamo pronti a cambiare il simbolo, se lo concordiamo e il tutto avviene all’interno di una trattativa, ma quella della lista unica è l’unica possibilità”, dice uno dei renziani. Che poi precisa, “siamo ancora in fase di pretattica”. Il problema è che entro il 14 agosto vanno presentati i simboli e, quindi, a stretto giro, bisognerà passare alla tattica. Quella di Azione, al momento, è fare come se con Renzi non ci fosse accordo: “Stiamo organizzando tutto per raccogliere le firme, anche se avremmo la deroga”, dice un dirigente del partito di Calenda, riferendosi al fatto che nel 2019 il leader di Azione si era candidato con Siamo Europei, sotto le insegne del Pd. Un simbolo, si sostiene dalle parti di Azione, quindi lo aveva. Il problema è che però la questione è controversa e c’è il rischio che l’ufficio elettorale non lo riconosca. Continua sull’Huffington Post